#iocisto “Giornate della cultura” alla scoperta del Vespasiano

Binocolo, occhialini, ventaglio e vestito buono, questi erano i “must have” da indossare per la prima a teatro. E probabilmente anche a Rieti, come oggi alla Scala, si sarà respirata aria di mondanità. Il gossip cittadino era tutto lì, tra i palchetti che odoravano di nuovo, tra le sedie di velluto rosso, si scorgeva l’amico, il Sindaco, le personalità del luogo, le coppie fresche di fidanzamento, la moglie gelosa…
E tutti comunque col naso all’insù ad ammirare la grandezza del dipinto a tempera della cupola di Giulio Rolland.

Oggi come ieri ci siamo tuffati di nuovo in quell’aria di fascino e bellezza che il Teatro Flavio Vespasiano rappresenta con tutta la sua maestosità, attraverso l’accurata ed emozionata descrizione fatta dall’assessore Gianfranco Formichetti e dalla professoressa e restauratrice Anna Paola Salvi, che nel 2005 si occupò del restauro del dipinto rovinato da anni di infiltrazioni di acqua.

“Abbiamo avuto il privilegio, racconta la professoressa Salvi, di poter lavorare come il grande pittore Giulio Rolland, riportando alla luce i colori ormai spenti e di notare, lavorando con la luce naturale che filtrava dai vetri della sala, che il particolare del tramonto del dipinto combacia esattamente con il tramonto naturale che filtra dai vetri della sala.”

Anche il pittore Reatino Antonino Calcagnadoro ha dato il suo contributo, adornando il foyer e l’antico sipario, che presto tornerà al suo splendore. Abbiamo scoperto molte curiosità, come i volti dei musicisti che sono in bassorilievo in tutte le file dei palchetti, compreso il palco reale che ospita il volto di Giuseppe Verdi, dai tecnici il meccanismo del cambio delle luci del lampadario centrale che domina tutta la sala, i cui vetri sono stati assemblati da Cesare Nobili, che con i suoi soci della vetreria di via San Liberatore, fornì anche gli specchi per il Teatro.

Due battiti di mano, tanto è bastato al direttore d’orchestra Kent Nagano per confermare ciò che il maestro Uto Ughi attribuì al Teatro Flavio e cioè il riconoscimento per la miglior acustica in Italia, migliore al mondo, invece, per il presidente dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, Bruno Cagli.

Ed infine, il grande progetto del centro polifunzionale costruzione, ormai completata, all’esterno del teatro, che sarà un luogo dove poter creare scenografie, costumi, fare prove e che prevederà un giardino pensile destinato a spettacoli estivi.

Non possiamo che ringraziare chi ci ha dato il privilegio di poter organizzare questa giornata, alla scoperta di un monumento all’interno del nostro centro storico, che non può essere destinato ad altro se non al rilancio del turismo e della cultura della nostra città.

Questo evento fa parte delle giornate della cultura organizzate dall’Associazione politico-culturale #ioCIsto.