IL SALUTO AI REATINI DEL QUESTORE BENEDETTI

Benedetti - Questore di Rieti

Alla fine di questo mese lascerò l’incarico di Questore della Provincia di Rieti, dopo due anni e mezzo di permanenza, per assumere la direzione della Questura di Siena. Sono estremamente felice della nuova sede e grato della fiducia ancora una volta accordatami dal Capo della Polizia e dai vertici della Amministrazione al cui interno, sempre con compiti operativi, lavoro da più di trentadue anni.
L’idea di entrare in Polizia, alla fine degli anni ’70,
per me non fu affatto frutto del caso o della mera ricerca di un lavoro, ma una precisa scelta di vita che ancor oggi rifarei e che non mi ha per nulla stancato, disincantato od indurito.
Ricordo ancora la sorpresa dei professori e la faccia degli altri studenti della Facoltà di Giurisprudenza di Pisa quando candidamente esternai tale proposito.

Insieme alla contentezza di tornare nella mia Regione, e per di più in una bellissima città carica di storia, però, non riesco a scacciare una sensazione di malinconia, poiché a Rieti mi sono trovato benissimo ed ho stretto e coltivato numerose amicizie che, sono certo, poco più di due centinaia di chilometri di distanza non faranno inaridire.
Qui, a Rieti, mia prima sede, ho imparato, o meglio ho iniziato il mio apprendistato, a fare il Questore: una professione che non si studia solo sui libri o nei pur validi corsi di formazione, ma che richiede un grande impegno, serietà, equilibrio, umanità e, certe volte, anche pazienza.

Non spetta a me dire se sono stato un Questore bravo o cattivo, quello che posso dire è che qui ho maturato una esperienza preziosa e che mi sono impegnato al massimo per rendere un servizio alla comunità reatina e per non tradire la fiducia di chi tale delicato incarico mi ha dato.

In ciò sono stato aiutato dal fatto che con tutte le Autorità, Prefetti in primis, ed i vertici delle Forze dell’Ordine – mi piace citare in particolare l’Arma dei Carabinieri – si è creata una “squadra” di persone, legate da grande stima trasformatasi, per una strana alchimia e quasi senza rendersene conto, in profonda amicizia, che ha sempre e soltanto guardato alla sostanza delle cose ed ai bisogni di sicurezza della collettività e mai si è trincerata dietro formalismi, gelosie o burocrazia.

Sono stato anche fortunato ad ereditare dal mio predecessore una Questura sana e ben organizzata che sono lieto di consegnare al mio successore, dopo aver potenziato il controllo del territorio ed i servizi investigativi, antidroga in particolare.

Rieti è una città accogliente, a misura d’uomo, dove ancora esistono i valori di una volta, come dimostra il fatto che la stragrande maggioranza dei delinquenti che assicuriamo alla giustizia provengono da altre realtà. Anche le manifestazioni di protesta, purtroppo causate dalla crisi economica, si sono sempre svolte con grande compostezza e dignità.

Potrei citare le molte operazioni di polizia giudiziaria e i numerosi servizi di ordine pubblico e di prevenzione condotti a buon fine dalla Polizia di Stato, ma ritengo che il merito vada non a me bensì ai miei collaboratori di ogni ordine e grado che hanno operato, magari passando notti insonni e rischiando di persona.

Conservo tante soddisfazioni e bei ricordi, mentre i momenti più brutti che mi porto dentro sono il giorno dei funerali delle giovani ed innocenti vittime del terremoto e la veglia notturna ai due Carabinieri scomparsi in un tragico quanto assurdo incidente stradale.

Concludo con un augurio di buon lavoro al nuovo Prefetto Chiara Marolla e con un cordiale ed affettuoso saluto a tutti i reatini, sperando che si risolva presto la crisi occupazionale e che la città e la provincia possano avere il posto che giustamente loro compete, per bellezza dei luoghi, arte e storia, negli itinerari turistici e religiosi.