In questi ultimi tempi nelle cronache nazionali e locali dei quotidiani sono apparsi, con frequenza, articoli riguardanti il problema della devianze giovanili: droga, alcol, bullismo, sballo.
Sono state fatte considerazioni sulla situazione, alla luce dei dati statistici riferiti al 2009 e ci si è accorti, ancora una volta, che i numeri tendono a crescere, anche vertiginosamente, e che si è ancora abbassata l’età degli adolescenti coinvolti.
Si è anche constatato che le comunità di recupero dei tossicodipendenti hanno lunghe liste di attesa e che i SERT stanno affrontando una lotta impari.
C’è la sensazione che la maggior parte delle persone non prenda in seria considerazione il problema, anche perché si pensa che riguardi gli altri, e che subentri uno stato di assuefazione.
Le Istituzioni, a tutti i livelli, pare non possano far altro che affrontare il problema attraverso convegni, tavoli di lavoro, incontri di approfondimento, andando alla ricerca di quello che si dovrebbe o potrebbe fare. Si auspicano nuovi metodi di monitoraggio per far emergere i fenomeni; aumenti di personale nelle forze dell’ordine; nuove e più mirate forme di repressione.
Ma quello che è più importante è una costante opera di informazione e prevenzione e per questo si fa appello alle agenzie educative idonee al compito: dalla famiglia alla Scuola, dalle parrocchie alle società sportive.
Purtroppo, visti i tempi che stiamo vivendo e la costante perdite di valori, fatte le dovute eccezioni, crediamo che non ci si possa aspettare molto dalle famiglie e così pure dalla scuola, come dalla parrocchiache, ahimè, è poco frequentata.
Rimane l’attività sportiva quella dilettantistica, soprattutto giovanile, promossa dalle società sportive, frutto di volontariato. Malgrado le difficoltà economiche e la carenza di strutture sono numerosissimi i giovani che si tesserano nelle varie discipline e che praticano continuativamente l’attività.
In questo settore è più facile operare, da subito.
Purtroppo sembra che siamo arrivati al punto di non ritorno. Le associazioni sportive sono abbandonate al loro destino; dalla loro attività, che dovrebbe essere gratuita, si cerca di trame entrate economiche senza considerare che a pagare sono le famiglie, quelle che possono, che desiderano vedere i loro figli crescere sani e lontani dalle insidie della società moderna.