Il 6 agosto scorso Palermo (alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella) ha commemorato il 45° anniversario degli omicidi di Gaetano Costa, del vicequestore Ninni Cassarà e dell’agente Roberto Antiochia, tutte vittime della mafia, sottolineando l’importanza “della memoria” in un momento nel quale la DIA segnalerebbe un cambio di politica tra le principali organizzazioni mafiose in grado oggi (abbandonando le rivalità tradizionali) di cooperare su traffici internazionali, riciclaggio e infiltrazioni nelle strutture pubbliche in un sistema ramificato su tutta la Penisola che non salva i centri periferici. Il 12 agosto si tornerà invece a parlare di Cosa Nostra in un piccolo centro della provincia di Rieti. A Vallecupola la Biblioteca Casa Museo Angelo Di Mario, a partire dalle ore 17, organizza la presentazione del libro della giornalista e saggista Amalia Mancini dal titolo “Falcone e Vespaziani”.
A coordinare l’incontro saranno il critico letterario Sandro Angelucci e la giornalista Maria Grazia Di Mario, nell’ambito della Rassegna Tra Natura e Letteratura, Festival letterario che ha l’ambizione di estendersi lungo tutto il corso dell’anno affrontando anche tematiche di attualità e rigenerazione dei territori. Una occasione importante per tornare a discutere di mafie e illegalità, ma anche di giustizia, speranza, coraggio, determinazione e integrità, con l’autrice e con l’avvocato Giovanni Vespaziani protagonista di una vicenda importante altrimenti trascurata. Il volume racconta, infatti, la storia della collaborazione tra l’avvocato e il noto magistrato, nell’ambito degli interrogatori al collaboratore di Giustizia Antonino Calderone.
In un passo si legge: “Tutto iniziò in una calda giornata del 1988, tra Rieti e Roma avevo compiuto passi importanti da gigante nella mia carriera, tanto che all’epoca ero presidente dell’ordine degli avvocati del Foro di Rieti, per poi trasferirmi al Foro di Roma. Ricordo che quella giornata non aveva nulla di diverso dalle altre: il mio lavoro proseguiva spedito, non mi sarei aspettato di ricevere una chiamata al telefono di Falcone. Presidente, io la devo nominare difensore di un pentito di mafia, di un collaboratore di giustizia che si trova nel carcere di Rieti”. Da quel momento partirono gli interrogatori che portarono a ben 867 pagine di deposizione,Calderone (si spiega nel libro possedeva una enciclopedia di informazioni più vasta di Buscetta, fu grazie alle rivelazioni che fornì (alla presenza di Giovanni Vespaziani) che Falcone sarebbe riuscito a imbastire il maxi processo contro la mafia (che gli costerà poi la vita). Oggi Vespaziani è un avvocato di novantaquattro anni, nato in un piccolo borgo della Provincia di Rieti, a Castel di Tora, è originario per parte materna di Vallecupola, il libro racconta anche le sue origini e di come, queste, abbiano influenzato il suo percorso umano e professionale. Nato in una famiglia numerosa, quintogenito di otto figli, vuole studiare e ce la mette tutta, si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza, si laurea con il massimo dei voti, si iscrive all’Albo degli Avvocati di Rieti e consegue l’abilitazione per esame e non per anzianità.
Nel 1978 con sua moglie, l’avvocato Elena Fiordeponti, apre uno studio legale associato che si occupa prevalentemente della confisca e del sequestro dei beni di indiziati, o condannati per associazione mafiosa. Una scelta quella di Giovanni Falcone dunque non “casuale”, ma ben ponderata. Giovanni Vespaziani sarà un sindaco illuminato del suo borgo natio, Castel di Tora, per 26 anni; dal 2005 ne sarà Sindaco emerito; amico fraterno di don Pierino Gelmini; a Castel di Tora apre un’altra comunità incontro per ragazzi tossicodipendenti; è stato co-fondatore dell’Associazione I borghi più belli d’Italia, promossa dalla Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, della quale è per un decennio membro del Consiglio direttivo, ha avuto il merito di avervi iscritto Castel di Tora, invitando tutti i sindaci d’Italia a seguire il suo esempio. La Biblioteca Angelo Di Mario, con questa iniziativa, proseguirà la sua missione nella valorizzazione del territorio delle Valli del Salto e del Turano e delle sue Personalità. A seguire un buffet a base di caffè e dolci tipici donati da Faraglia (Torrefazione-Rieti) e Da Gessy (Biscotteria. Cioccolateria – Nazzano). Partner dell’iniziativa le Associazioni “Iplac” presieduta da Maria Rizzi e “Iter” di Mimmo Micarelli (Osteria Nuova-Roma).