Ieri, 22 novembre, in occasione della tradizionale Festa Nazionale dell’Albero, è stato presentato il Progetto “Un albero per il futuro”, promosso e realizzato dai Carabinieri forestali e dal Ministero della Transizione Ecologica. 14 comuni della Provincia di Rieti, 13 scuole primarie e secondarie e 2 case di riposo per anziani sono stati coinvolti dalle Stazioni Forestali del Gruppo Carabinieri Forestale di Rieti per la messa a dimora di giovani piante, tutte propagate grazie all’attività specializzata dei vivai del Reparto Biodiversità Carabinieri di Pieve Santo Stefano (AR).
Nel Comune di Rieti, la cerimonia ha avuto luogo alla presenza delle più alte cariche della Provincia reatina, presso l’Hortus Simplicium dell’Arcivescovato, in una cornice suggestiva che ha dato grande lustro ad una iniziativa dall’elevato valore simbolico.
Una volta messe a dimora, le piantine sono state geo-referenziate attraverso un rilevatore GPS ad esse associato, affinché la loro dislocazione fosse immediatamente visibile su una mappa nazionale – aggiornata in tempo reale sul sito https:// unaalberoperilfuturo.rgpbio.org – contenente anche le relative informazioni forestali e botaniche.
L’innovativo progetto, della durata di 3 anni, porterà alla piantumazione di oltre 50.000 alberi con l’obiettivo di sensibilizzare le nuove generazioni sulle grandi emergenze ambientali come la deforestazione, il riscaldamento climatico, la protezione dei suoli dall’erosione e in genere sul rispetto per la biodiversità e l’ambiente. Ad oggi sono state messe a dimora oltre 7.000 piantine in tutta Italia e quasi 1000 soggetti pubblici e privati, tra scuole, associazioni ed enti vari, si sono registrati sul sito.
Un’App permette inoltre di calcolare il valore in chilogrammi del carbonio potenzialmente immagazzinato dalle piantine messe a dimora (ad oggi sono oltre 100.000 i chili di anidride carbonica immagazzinati), al fine di percepire i vantaggi per l’ambiente nonché il risparmio di CO2 conseguente a questo progetto di riforestazione, che andrà a creare un vero e proprio “bosco diffuso”, da Nord a Sud del nostro Paese.
Nell’ambito dello stesso progetto, in altre zone d’Italia, i Carabinieri forestali hanno duplicato e distribuito anche il cosiddetto “Albero di Falcone”. Alcune gemme del famoso Ficus macrophilla columnaris magnoleides, presente nei pressi della casa del giudice assassinato dalla mafia nel 1992, sono state prelevate, grazie alla collaborazione tra Carabinieri, Fondazione Falcone, Comune e Soprintendenza di Palermo e duplicate nel moderno Centro Nazionale Carabinieri per la Biodiversità forestale (CNBF) di Pieve Santo Stefano (AR). I primi 108 istituti scolastici a ricevere le giovani piante sono stati quelli presenti in Sicilia e in tutta Italia, intitolati proprio al Giudice. La presenza dell’Albero di Falcone concorrerà a educare i ragazzi sul tema dell’impegno sociale, ma anche sull’importanza della salvaguardia ambientale.
Si tratta di uno dei più efficaci progetti di sensibilizzazione diffusa mai realizzati in questo campo, un’iniziativa ambiziosa dei Carabinieri per combattere i crimini ambientali con l’“Arma” dell’educazione alla legalità ambientale e con il coinvolgimento delle scuole in un importante obiettivo strategico per la società intera.