Questa mattina gli ex lavoratori della Coop Risparmio ’76, sospendendo l’occupazione dell’aula consiliare, hanno voluto, attraverso una lettera rivolta a Sindaco, Assessori e consiglieri comunali, porre ancora una volta all’attenzione del consiglio la loro vicenda.
“Di fronte all’indifferenza delle forze politiche e sindacali, – hanno ribadito gli ex lavoratori – siamo stati costretti a compiere un gesto estremo, come quello dell’occupazione ad oltranza l’aula consiliare, perché i nostri ripetuti appelli sono sempre rimasti inascoltati”
“La situazione, – hanno continuato – è sconvolgente, a fronte di un fatturato che nel 2009/10 raggiungeva circa 27milioni di euro, una raccolta sociale di circa 3,5 milioni di euro e di 120 dipendenti la cooperativa ha avviato una politica commerciale inopportuna, con l’ingresso del gruppo PAM che non ha portato alcun ritorno economico, ricorrendo poi allo spacchettamento dell’azienda in tante scatole cinesi all’interno delle quali nascevano consigli d’amministrazione con il solo scopo di spolpare la cooperativa madre”.
“La nuova amministrazione – hanno proseguito gli ex lavoratori – ha voluto utilizzare il prestito sociale per coprire le perdite economiche portando così la Coop Risparmio ’76 alla morte, facendo ricadere tutto sui soci e sui dipendenti, gettati con le loro famiglie sul lastrico”.
Gli ex lavoratori Coop Risparmio ’76, nella speranza di un accoglimento, hanno formulato delle richieste:
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Ricusare il fitto di ramo d’azienda tra Coop Risparmio ’76 ed Evergreen, in quanto per ammissione dei liquidatori risulta lacunoso;
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prendere in considerazione la proposta fatta in più occasioni da Coop Centro Italia la quale prevede: 1) pagamento ai lavoratori delle competenze arretrate e del rapporto di fine lavoro 2) il reintegro nella realtà lavorativa; 3) restituzione ai soci prestatori di quanto versato ed indebitamente occultato dalla Coop Risparmio ’76; 4) riapertura di tutti i punti vendita sotto l’insegna COOP.
Oggi gli ex lavoratori sono stati in aula per riproporre il piano, considerato a loro parere, l’unico idoneo a salvaguardare tutto e tutti.
“Un buon amministratore e un buon politico, – hanno concluso – non possono tener conto solo degli interessi di alcuni, ma devono essere in grado di trovare una soluzione valida per tutti. La nostra linea va proprio in questa direzione, pertanto chiediamo a tutti voi di condividere quanto esposto e ve lo chiediamo, ora, di nuovo, come abbiamo fatto nel 2012 quando confidammo nella politica e nelle istituzioni per trovare una soluzione valida. Noi vogliamo la tutela del nostro posto di lavoro, indebitamente tolto, chiedendo uno scatto in avanti, affinché la politica si riappropri del suo ruolo. Voi qui riuniti rappresentate la volontà popolare, il sale della democrazia”.