GLI EX LAVORATORI ASU DAL GIUDICE DEL LAVORO CONTRO IL COMUNE DI RIETI

Comune di Rieti
Un gruppo di tredici ex lavoratori ASU del Comune di Rieti si è rivolto mediante, avvocato al giudice del lavoro. Come noto, la loro vicenda si trascina ormai da mesi e, a fine luglio, hanno quindi deciso di perseguire la strada giudiziaria, chiamando a rispondere il Comune di Rieti, nella persona del Sindaco e la Regione Lazio.
Gli ex lavoratori ricorrenti contestano alle amministrazioni la violazione e la falsa applicazione di diverse norme, nonchè la omessa procedura di selezione pubblica, della procedura di stabilizzazione e dell’assunzione di lsu in mobilità, chiedendo, tra l’altro, il risarcimento del danno determinato dal comportamento illegittimo delle pubbliche amministrazioni, quantificandolo nella misura pari agli emolumenti che i ricorrenti avrebbero percepito se l’inserimento fosse avvenuto.
Inoltre, i ricorrenti chiedono la liquidazione del danno patrimoniale subito corrispondente alla retribuzione che avrebbero percepito per almeno tre anni, e che per il Comune ammonterebbe a circa 700.000 € 
Al giudice del lavoro, il gruppo di lavoratori ex ASU chiede di: 
1. Accertare e dichiarare il diritto dei ricorrenti ad essere stabilizzati/assunti a far data da aprile 2012;
2. Accertare e dichiarare la nullità/illegittimità/inefficacia della procedura di stabilizzazione operata dal Comune di Rieti
     in violazione delle norme di legge, con conseguente disapplicazione delle determinazioni amministrative;
3. Accertare e dichiarare la discriminazione operata dal Comune di Rieti nei confronti dei ricorrenti;
4. Per l’effetto, condannare il Comune di Rieti, in persona del Sindaco, al pagamento della somma complessiva di 700
     mila euro circa 54.000 € per ciascun ricorrente;
5. Condannare, altresì, il Comune di Rieti, in persona del Sindaco al risarcimento del danno materiale e morale, da
     calcolarsi in via equitativa per ciascun ricorrente.
"Il ricorso alla magistratura del lavoro – dichiarano dal comitato – si è reso necessario dopo oltre un anno di incontri e rinvii, con assenza totale di certezze per chi ha lavorato in maniera costante al servizio dell’amministrazione comunale. Una discriminazione perpretrata ai danni degli ex ASU che ora chiedono soltanto il ricoscimento di un loro diritto, dopo essere stati discriminati nelle procedure amministrative".