Essere anziani a Rieti e provincia. Gli anziani dimenticati dalla politica

Due coniugi anziani, lei disabile, si tolgono la vita in un canale di una cittadina friulana. E’ una notizia recente, ma potrebbe essere il dramma di un giorno qualsiasi, in una città italiana qualsiasi. Rischiamo di abituarci a questo genere di notizie, nonostante la disperazione che raccontano. Una delle tragedie dell’abbandono che si consumano ogni giorno. Le cause sono la solitudine, spesso la povertà e la disabilità. Non giriamoci per favore dall’altra parte, ma cerchiamo di capire e di interveniretutti, politici e amministratori, finalmente uniti, senza divisioni, per il bene comune.

Nella città e nella provincia di Rieti ci sono oltre 39 mila anziani su una popolazione complessiva di 157 mila persone. E’ vero che il mondo occidentale e l’Italia stanno invecchiando e così la regione Lazio, ma Rieti e provincia, hanno raggiunto un’età media di 46 anni (era 43 anni 15 anni fa \ 44 è oggi la media nazionale), registrando un numero di anziani che è pari al 25% della popolazione (il dato nazionale è il 22%), con una crescita del 3% rispetto al 2002. In quell’anno, il 2002, a Rieti e provincia gli anziani erano 171 ogni 100 giovani, oggi sono 213 ogni 100 giovani (indice di vecchiaia). Il dato nazionale è 165 anziani ogni 100 giovani.

Non ci vuole molto per capire, anche girando per la città, che Rieti è una città di anziani. Va peggio nei paesi della provincia reatina, dove i giovani sono andati o stanno andando via e per strada o davanti ai bar si vedono solo anziani.

L’invecchiamento della popolazione (per maggiore salute, per lavori meno gravosi e per bassa natalità), nel reatino, come in tutto il paese, ha inevitabili conseguenze sul mercato del lavoro, la spesa pubblica, i servizi sociali e quindi sull’andamento economico e l’evoluzione sociale, sanitaria e culturale del nostro territorio.

“Conoscere per deliberare” diceva Luigi Einaudi e allora cari politici, locali e regionali, aprite gli occhi perché la condizione degli anziani a Rieti e provincia non ha avuto ancora l’attenzione che merita, se si considera la crescita record
dell’invecchiamento della popolazione del nostro territorio.

Le condizioni di vita degli anziani sono da anni in netto peggioramento, perché da una parte sono diminuiti i redditi e cresciute le spese, ma dall’altra sono state tagliate le spese sociali e sanitarie ed i servizi destinati a questa fascia della popolazione, che si è di fatto indebolita. Sono gli anziani a risentire maggiormente la crisi economica; è cresciuta l’incidenza della povertà sulla popolazione anziana.

E’ indispensabile che i politici facciano crescere l’attenzione per gli anziani. Diminuire i loro costi e aumentare i servizi destinati ai cittadini anziani in difficoltà è la prima risposta. Ma non basta. C’è poi l’aspetto della socialità, ovvero della necessità di una vita attiva, del coinvolgimento nella vita sociale e culturale dei cittadini anziani, che deve essere oggetto di iniziative specifiche del comune e della regione per rimuovere la ghettizzazione dei cittadini più anziani, che invece vanno aiutati ad uscire di casa, coinvolti, inclusi negli eventi e nelle manifestazioni della città.

I Comuni devono immediatamente avviare un censimento di questa fascia debole e disagiata della popolazione di Rieti e provincia, per individuare le persone che hanno necessità di un intervento urgente, in collaborazione con Caritas e associazioni di volontariato, nelle quali i giovani e i cittadini possono offrire il loro contributo di idee
e di assistenza. Uno dei problemi più incisivi sulla salute degli anziani è la solitudine alla quale spesso sono purtroppo destinati. La solitudine degli anziani è una piaga che causa il peggioramento dello stato di salute.

Uno dei problemi più incisivi sulla salute degli anziani è la solitudine alla quale spesso sono purtroppo destinati. La solitudine degli anziani è una piaga che causa il peggioramento dello stato di salute. La solitudine, infatti, oltre ad accentuare i prevedibili problemi di salute legati alla normale decadenza senile, come la perdita

della vista e dell’udito, porta inesorabilmente ad una condizione emotiva e fisica più difficile da controllare: aumento sensibile della pressione del sangue, alti livelli di stress, insonnia e, soprattutto, depressione e isolamento. Ci sono vari modi per ovviare al problema della solitudine degli anziani.

Coinvolgerli nelle attività e nelle uscite famigliari. Condividere con loro esperienze, tempo libero e viaggi insieme. Organizzare punti di aggregazione nella città e nella provincia, dedicati agli over 65. Promuovere la loro indipendenza, non significa soltanto lasciarli soli a svolgere le loro attività quotidiane, ma vuol dire anche incentivare i loro contatti con gli ex colleghi di lavoro o aiutarli a formare nuove amicizie e nuove passioni alle quali dedicare le ore da trascorrere durante la giornata.

Un anziano attivo, partecipe, mentalmente occupato e costantemente sollecitato nei
rapporti umani, sarà una persona più sana, con una maggiore qualità di vita per lui ed evidenti vantaggi economici per la società.

Giuseppe Manzo