Personale della Squadra Mobile ha denunciato in stato di libertà il funzionario dei Servizi Sociali del Comune di Rieti B.P., reatina, del 1951, e due suoi assistiti T.P., del 1941 e C.I. del 1944, per il reato di peculato.
Le indagini sono partite nel 2010 quando due coniugi, T.P. e C.I., hanno presentato, praticamente a tutte le Istituzioni reatine, degli esposti, segnalando una cattiva assistenza dei Servizi Sociali del Comune di Rieti.
Gli investigatori della Squadra Mobile, al termine di una minuziosa indagine, hanno accertato, invece, che i due coniugi, dopo aver subito uno sfratto per morosità nel 2006, erano stati assistiti dai Servizi Sociali del Comune di Rieti percependo vitto e alloggio presso un albergo del capoluogo, pur non avendone titolo. I due coniugi, infatti, hanno prodotto delle documentazioni false al fine di ottenere l’assistenza dei Servizi Sociali, non dichiarando immobili e terreni posseduti a Roma ed in provincia di Rieti, nonché la pensione regolarmente percepita.
Gli investigatori hanno così denunciato, nell’anno 2010, i due coniugi, responsabili del reato di falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico, alla locale Autorità Giudiziaria la quale ha disposto la perquisizione ed il sequestro degli atti conservati presso i Servizi Sociali del Comune di Rieti.
Gli Agenti della Squadra Mobile hanno così intrapreso una ulteriore e più grande indagine, coordinati dal Sost. Proc. Dr. Francia, al fine di accertare eventuali responsabilità dei Servizi Sociali. La complessa indagine, terminata in questi giorni, ha permesso agli Agenti di accertare che il funzionario dei Servizi Sociali B.P., pur conoscendo la situazione patrimoniale dei due coniugi, ha consentito la fruizione dell’assistenza sociale ai predetti, garantendo anni di vitto ed alloggio ai due coniugi che sono costati alla collettività oltre 40.000 euro.
Per quanto accertato, tutti e tre gli individui sono stati denunciati in stato di libertà alla competente A.G. per il reato di peculato avendo, la funzionaria del Comune, autorizzato ed erogato fondi destinati all’assistenza sociale ai due coniugi che, invece, hanno concorso in qualità di istigatori e beneficiari ultimi della condotta illegale.