Coppotelli (CISL): “L’occupazione giovanile nel Lazio resta una priorità da risolvere”. A Rieti il 28,3% ha un lavoro

L’occupazione giovanile nel Lazio continua ad essere un’emergenza alla quale non si danno risposte, una priorità verso la quale è necessario intraprendere azioni veloci e concrete per il futuro dei nostri giovani.

L’ultimo rapporto dell’Istat sul benessere, ci evidenzia che in provincia di Latina soltanto il 27,4% dei ragazzi compresi nella fascia di età 18-24 anni ha un lavoro. Va ancora peggio in provincia di Frosinone (25,8%) e in quella di Viterbo (24,8%). Meglio a Rieti (28,3%) e soprattutto a Roma (32,8%). Dobbiamo tenere conto che la media nazionale è del 29,7%. Cioè  vuol dire che soltanto nella provincia di Roma è superiore e questo conferma come nella nostra regione continui ad allargarsi il gap tra la Capitale e le altre province. 

Restiamo al rapporto sul benessere. Leggendo i numeri si capisce bene come la sproporzione aumenti se si prendono in considerazione le donne. Inoltre, nel calcolo statistico non figurano soltanto i contratti a tempo indeterminato, ma anche quelli annuali e stagionali. Insomma, ci sono anche e soprattutto pure quelle categorie che fanno rima con incertezza sul futuro. La parte prevalente del nuovo mercato del lavoro.

Gli effetti sono quelli che conosciamo bene nella nostra regione: dall’instabilità diffusa al precariato di massa. Per non parlare del fenomeno della “fuga dei cervelli”, in particolar modo dei più giovani. E questo è un elemento allarmante, perché in prospettiva tratteggia scenari inconciliabili con lo sviluppo, con il futuro, perfino con la programmazione.

D’altronde tutti gli indici sulla popolazione fanno capire come il fenomeno della “fuga dalla provincia” sia diffuso. Sia per motivi di studio che di lavoro. Lo diciamo in modo semplice: in questo modo sta aumentando in maniera esponenziale il rischio di esportare figure professionali fondamentali per provare invece a costruire il futuro nel nostro territorio. In un momento in cui il Pnrr apre comunque delle prospettive interessanti. Se non si metterà un argine a questa “fuga” aumenterà inesorabilmente e progressivamente il gap rispetto ad altre zone produttive del nostro Paese. Sul versante dell’occupazione i giovani sono e restano una categoria fragile, anche in un momento come questo nel quale molti indicatori economici fanno segnare dati positivi. Ma il punto è che ci sono sproporzioni evidenti ed il Lazio non può permettersi il lusso di regalare il suo… futuro. Il punto è questo.

E per onestà intellettuale dobbiamo aggiungere che questa situazione non è stata determinata solo dal Covid. È per questo che continueremo a tenere alta la guardia perché non vorremmo che in questa fase di ripresa non venga posta la giusta attenzione ad un tema che per la Cisl del Lazio è assolutamente tra le priorità.

Così in una nota il segretario generale della CISL Lazio, Enrico Coppotelli.