CONVEGNO INTERNAZIONALE DI BELCANTO

Teatro Vespasiano a Rieti

Due sessioni, un salotto musicale (Il Canto del Pianoforte – Chopin) ed il concerto “Chopin e il Belcanto”. Sarà una due giorni intensa quella che, domani e dopodomani (21 e 22 maggio), ruoterà intorno al convegno internazionale sull’arte belcantistica “L’Italiano, una lingua per il canto”. Ad organizzare questo primo incontro di studiosi, preludio alla seconda edizione del Reate Festival, la Fondazione Flavio Vespasiano presieduta da Gianni Letta.  

Vnerdi 21 maggio alle 15, al Park Hotel Villa Potenziani, inizierà la  prima sessione presieduta da Bruno Cagli.  Relazioneranno Giovanni Carli Ballola su “Quando il Lied canta italiano”, Marco Bizzarini su “L’opera nell’opera: satira, meta teatro o “reality show”?” e Paolo Fabbri su “Da una lingua all’altra: problemi di trasloco e di adattamento”. Alle 18 il Flavio Vespasiano farà da cornice al “Salotto Musicale” con Il Canto del Pianoforte di Chopin. Ad esibirsi sarà Jin Ju, nota in ogni angolo del mondo dopo la trionfale performance in mondovisione davanti a 5mila spettatori nella Città del Vaticano dove ha suonato per Sua Santità Benedetto XVI. Nel corso della stessa occasione Renato Meucci presenterà il libro “Chopin e il suono di Pleyel” a cura di Florence Gétreau. Il pubblico presente potrà inoltre ammirare i fortepiani Pleyel n. 22 e n. 23 della Collezione Fernanda Giulini (provenienti da Villa Medici Giulini).

Sabato 22 maggio sarà la volta della seconda sessione presieduta da Annalisa Bini e in serata è previsto il concerto “Chopin e il Belcanto” musiche di Chopin, con Denis Zhdanov al pianoforte.

“Il convegno internazionale di Belcanto – ha osservato Carlo Latini, Sovrintendente della Fondazione presieduta da Gianni Letta – dà continuità alle iniziative che ruotano intorno all’idea incentrata su una nuova identità per la città di Rieti. Il capoluogo sabino dovrà emergere come una delle più importanti città europee che fanno cultura. Rieti può rivendicare di aver rilanciato un patrimonio, quale è quello del belcanto, che in Italia era ormai andato perduto”.

Ed è proprio per il belcanto che, come ha specificato il vice presidente vicario Gianfranco Formichetti, “il Reate Festival si distingue dagli oltre 1500 festival che vengono organizzati nel resto d’Italia. Il capoluogo sabino è il laboratorio che ripercorre la strada del rilancio del belcanto italiano”.

“Il rapporto strettissimo tra la lingua italiana e lo sviluppo del canto e del “bel canto” – ha osservato il prof. Bruno Cagli, direttore artistico della sezione Belcanto del Reate Festival – non può non essere legato alle caratteristiche specifiche di quella lingua che sui palcoscenici realizza un’unità d’Italia assai prima di quella politica e un’unità che, di fatto, non ha confini. Dopo aver dato in pratica buona parte della terminologia musicale, l’Italia esporta dunque un patrimonio al cui fascino soggiacciono principi, compositori e pubblici di tutte le nazioni” .