CONSIGLIERE COMUNALE ROSSI: PIAZZA CRAXI, UNO SCEMPIO DA FERMARE

Gabriele Rossi

"E’ inevitabile a volte intervenire e prendere posizione quando vengono a sussistere degli elementi tali da attirare l’attenzione in maniera forte e incontrovertibile. Specie se l’oggetto di detto richiamo è cosa obbrobriosa e urbanisticamente antiestetica.

Mi riferisco all’anfiteatro interrato in cemento armato che si sta realizzando in piazza Craxi: una vera mortificazione per il quartiere di Campoloniano e uno schiaffo al senso estetico di tutti i residenti i quali, senza essere stati minimamente coinvolti su tale progetto, ora assistono inermi alla realizzazione di un’opera faraonica ed esosa voluta dall’assessore Fabbro il quale, nel totale disinteresse rispetto ad ogni richiamo, si permette anche di ignorare gli interventi istituzionali di qualche consigliere comunale.

Tali colate di cemento di fatto a nulla servono né in termini di utilità né di abbellimento del contesto urbanistico se non a spendere soldi pubblici in maniera poco oculata  ma, soprattutto, a compromettere un’area che si sarebbe potuto rendere più armoniosa e funzionale con un progetto che l’avesse resa fruibile e aggraziata magari con una fontana, delle panchine e molto verde ben curato: proprio ciò che i cittadini di Campoloniano avrebbero voluto.

Riflettendo bene sull’operato dell’assessore Fabbro – che in tutti questi anni non ha brillato in efficienza – il sindaco avrebbe fatto cosa congrua e opportuna a rimodulare qualche delega proprio per correggere alcune scelte, a mio modo di vedere, non giuste per la città.

Il mio appello è ora rivolto al sindaco affinché con il suo equilibrio e le sue innegabili qualità di responsabilità e tutela nei confronti dei cittadini nonchè alto senso civico che lo hanno sempre contraddistinto, possa intervenire per rimuovere il ‘muro di Berlino’ di piazza Craxi nell’interesse di tutti coloro che vi abitano e che vogliono poter dare il proprio contributo quando si decide di realizzare opere come questa, soprattutto se finanziate da soldi pubblici".