COMUNE DI RIETI, INTERROGAZIONE DEL CONSIGLIERE MARRONI

Il consigliere IDV Marroni

La gestione economica sempre più in difficoltà costringe il Comune di Rieti a vendere i beni del proprio patrimonio. Il sindaco Emili si è affrettato a dichiarare che i proventi dalle alienazioni di beni immobili di proprietà comunale, possono essere reinvestiti nell’incremento del patrimonio dell’ente ma troppe cose non sono chiare.

Di recente la Giunta Comunale ha approvato la delibera n.234 del 10/09/2010, con la quale si chiede alla Banca Popolare di Spoleto un’anticipazione straordinaria, a valere sulla vendita di beni immobili, per l’importo di euro 1.800.000,00, quindi garantiti dal credito nascente dalla futura vendita dei beni, la delibera è stata approvata per far fronte ad una parte del debito accumulato, per i servizi della Cooperativa Quadrifoglio.

Nel frattempo è stato pubblicato il bando per la vendita di alcuni immobili, per simili alienazioni vi è l’obbligo di approvare una precisa delibera, contenente tutti i dati specifici ed il valore del bene, da parte del Consiglio Comunale, sentita la Commissione Consiliare. In realtà questa deliberazione non è stata sottoposta al Consiglio Comunale ed il riferimento ad altre precedenti approvate in occasione della discussione del bilancio di previsione, non è sufficiente per consentire una legittima cessione.

La fretta di far cassa inoltre ha costretto la giunta comunale ad approvare la deliberazione n.236 sempre il 10/09/2010 con la quale si modifica il bando e le vecchie procedure di vendita, eliminando i cosiddetti "fatali", in altre parole la vendita con due sedute d’asta successive. Questo meccanismo consentiva al Comune di Rieti di assicurarsi più trasparenza e partecipazione e di ricavare maggiori importi nell’ordine del 40%.

Pertanto dopo tutto ciò premesso il sottoscritto consigliere comunale INTERROGA la S.V. per sapere:

1) perché le entrate dalla vendita dei beni immobili sono poste a garanzia per l’anticipazione straordinaria chiesta alla Banca Popolare di Spoleto, così come è stabilito attraverso la delibera di Giunta 234 del 10.09.2010, provvedimento che entra in netto contrasto con la dichiarazione del  Sindaco Emili, del 07.10.2010, che dichiara attraverso un comunicato ufficiale “che i proventi derivanti dall’alienazione di beni immobili di proprietà comunale possono essere reinvestiti, per legge, soltanto nell’incremento del patrimonio dell’ente, così come è stato fatto in circostanze passate”.

2) perché la delibera non è stata sottoposta e approvata dal consiglio comunale?;

3) perché è stato modificato il bando e le vecchie procedure di vendita eliminando i cosiddetti “fatali”, che permettevano all’amministrazione comunale di assicurarsi più trasparenza e ricavi maggiori?;

4) Tra i beni da alienare risultano diverse contraddizioni e incoerenze, come ad esempio per l’appartamento di Via Garibaldi, ex sede istituti Riuniti di Ricovero, che è in ristrutturazione con i proventi del finanziamento concesso a seguito del sisma e per questo motivo probabilmente vi è un vincolo all’alienazione.

Altri problemi potrebbero sorgere per il terreno in Viale Fassini, che risulta al sottoscritto avere un vincolo di utilizzazione, poiché ceduto gratuitamente al Comune per realizzare opere pubbliche; lo stesso terreno nel nuovo P.R.G. ha una destinazione diversa da quella citata nel bando. Il nuovo P.R.G. è stato approvato e quindi ci si chiede a cosa andrebbero incontro eventuali acquirenti.

Infine diversi dubbi anche per il fabbricato di Via Cese attualmente utilizzato a "Moschea", infatti, prima di essere posto in vendita si doveva verificare la possibilità e quindi l’interesse da parte dell’Amministrazione Provinciale, di inserirlo nel progetto del "Cammino di Francesco", pertanto è opportuno chiarire se esiste qualche nota ufficiale della Provincia che rinuncia all’edificio.