CISL E UIL: DIMINUZIONE DEI POSTI LETTO AL REPARTO DIAGNOSI E CURA DEL DE LELLIS

Ospedale De Lellis

Apprendiamo con stupore che il responsabile del Dipartimento di salute mentale della Asl Roberto Roberti sta procedendo, senza alcuna autorizzazione, al progressivo smantellamento dei posti letto all’interno del reparto Diagnosi e cura (Spdc) del De Lellis.

Nel giro di pochi mesi, i posti disponibili all’interno del reparto al secondo piano del nosocomio reatino, sono scesi da 12 ad 8 (che tale iniziativa sia giustificata con i lavori di ristrutturazione che sappiamo ormai terminati da mesi?), con inevitabili ripercussioni sui servizi erogati.

Non vorremmo inoltre che, i 4 posti letto cancellati,  venissero attivati presso il Cim di via Salaria (ciò peraltro non ci stupirebbe affatto!), dove paradossalmente, rispetto all’attività prestata, tali posti risultano inutili e antieconomici. Ciò che sconcerta sono le modalità con cui il dottor Roberti sta attuando tale piano, visto che lo stesso in questi mesi si è guardato bene dal riferirne le modalità alle strutture regionali afferenti l’assessorato alla sanità della Regione Lazio. Inoltre, ci preme ricordare, che quanto attuato, o in fase di attuazione, contravviene al decreto di riferimento (n°43/08) sulla dotazione dei posti letto in Spdc, che per Rieti e provincia risulta essere di 14 unità. Secondo gli atti commissariali e regionali il fabbisogno di posti letto di Spdc si dovrebbe attestare a quota 16 di cui due di D. H  (0,75 pl ogni 10.000 abitanti).

Mentre nella programmazione regionale  è previsto l’ampliamento a 15 posti letto di degenza h24 per tutti gli Spdc del Lazio, compreso naturalmente quello reatino, per avvicinarci allo standard previsto. In questi giorni, si apprende che alcuni pazienti appena dimessi dall’Spdc reatino sono stati trasferiti presso strutture extraprovinciali (vedi casa di cura Sorriso sul mare in quel di Formia), pur di tenere basso il  numero di degenti nel reparto del De Lellis, con inevitabile aumento della mobilità passiva.

E’ evidente che il progetto in atto sul reparto di salute mentale del De Lellis deve essere fermato al più presto e comunque prima che avvenga l’irreparabile!
Oltre allo smantellamento dei posti letto, in questi anni, si è assistito ad un progressivo depauperamento dell’organico, sia esso infermieristico che medico. Quest’ultimi, in particolare, sono stati ridotti da 7 a 5 unità, con lo spostamento di psichiatri sul territorio. Operazione che di fatto non solo non ha portato, come millantato dallo stesso Roberti alla direzione generale dell’Asl e a distanza di ben 3 anni dalla riorganizzazione del Dsm, ad una sostanziale riduzione di ricoveri, ma addirittura ha favorito un aumento degli stessi e delle prestazioni intraospedaliere.

Tale situazione avrebbe richiesto, già da tempo, l’intervento dei vertici della Asl. Cosa che viceversa non è ancora avvenuta.
Ci domandiamo se la dirigenza Asl non sia ancora a conoscenza di quanto sta accadendo all’interno del reparto ospedaliero. Se non sia al corrente di quanto stabilito dal decreto 43/08 rispetto al numero minimo di posti letto previsti presso lo Spdc del De Lellis. Ma soprattutto, se la stessa, nell’espletare il proprio lavoro di controllo e gestione dell’Azienda, sia in una posizione di sudditanza nei confronti dell’operato del dottor Roberti, tanto da non intervenire. Almeno in questa circostanza ci piacerebbe avere una risposta chiara ed esaustiva dalla dirigenza Asl e non, come accaduto altre volte, da altri soggetti, esterni all’Azienda.

Questa volta, almeno questa volta
 ….vorremmo evitare che sull’operato del dottor Roberti rispondano altri. Le  “difese d’ufficio” di avvocati provetti azzecca garbugli francamente non ci interessano. Ciò che vorremmo, è una chiara ed inequivocabile presa di posizione dell’Azienda in merito ad una vicenda che ci sta a cuore. Per il bene del personale che opera all’interno del reparto Diagnosi e cura e per quello dei pazienti, costretti ad essere ricoverati in una struttura in fase di dismissione.