CICCHETTI RISPONDE ALLA NOTA DEI RADICALI

Antonio Cicchetti

Non sono onorevole perché non c’è norma che possa sostenere l’ambizione dei consiglieri regionali a fregiarsi di tale titolo. Sono, semmai, generoso e lo sono con tutti quelli disposti ad esserlo con me, in nome del sacrosanto principio della reciprocità.

I radicali “dimenticano” che nella seduta del 13 Dicembre 2010, sfidando la mia maggioranza, mi sono decisamente schierato contro l’istituzione di quattro commissioni speciali? Non vedo perché dovrei “ricordarmi” della loro assenza dalla penosa sfilata delle opposizioni sotto le finestre della Giunta!

E’ vero, nel merito delle vicende di questi giorni, che i radicali sono stati tenuti fuori da tutti i consessi del consiglio regionale. E’ pur vero che anch’io sono nella stessa condizione per mia libera scelta :  ciò aggiunge al mio atteggiamento il valore, moralmente emblematico, della rinuncia.

La determinazione di superdotate  economicamente i gruppi consiliari è stata presa, però, dai capigruppo e non da altri organismi, come il Consiglio di Presidenza, che si è limitato a dare seguito ad una volontà politica assumendo, peraltro, l’intera responsabilità giuridica degli atti posti in essere. E alle riunioni dei capigruppo non è credibile non abbiano preso parte anche i radicali!

Decisioni di quel genere fioriscono solo se c’è l’unanimità dei rappresentanti di tutti i gruppi presenti in Consiglio: basta che uno o due soggetti manifestino contrarietà perché il progetto vada all’aria. Era già accaduto che, io per AN e Peduzzi per Rifondazione, sabotassimo per ben tre volte nella scorsa legislatura l’ipotesi di aumentare lo stipendio ai Consiglieri!

D’altronde l’utilizzo che i radicali, nel bilancio messo in rete, hanno dichiarato di aver fatto di quei fondi (Congressi radicali di Roma e Chianciano) pone anche loro al livello di tutti gli altri che li hanno presi ma non li hanno sfruttati per beneficio personale.