CGIL, CISL E UIL: CARENZA DI GOVERNABILITA' A PRESCINDERE DAL LIVELLO E DAL COLORE POLITICO

Piazza Vittorio Emanuele II a Rieti

Il dibattito politico reatino, forse in previsione della prossima competizione elettorale per il comune di Rieti, si sta alimentando da qualche tempo con interessanti interventi che evidenziano lo stato preoccupante del nostro territorio e auspicano, in realtà, una presa di coscienza ed un  atto d’orgoglio da parte delle forze politiche oggi presenti sulla scena locale.

La novità stà nel fatto che questi interventi vengono per esempio da persone che hanno ricoperto anche incarichi di prestigio in passato e da espressioni della società civile sempre più consapevoli dello stato di “disagio” a cui sembra essere arrivata la politica locale.

Ferma restando la carenza di governabilità che contraddistingue i nostri livelli istituzionali, qualunque sia il loro livello e il loro colore, riteniamo doveroso sottolineare l’esempio negativo dei 19 gruppi consiliari  (su 40 componenti) del consiglio comunale di Rieti.

Pensare che i problemi del territorio, che si chiamano disoccupazione, inoccupazione, infrastrutture da terzo mondo, compressione del tessuto produttivo locale, difesa del territorio allo sbando, potenzialità economiche non valorizzate, visione miope del futuro e legata a stereotipi del passato, possano essere affrontati al di fuori di un progetto complessivo che raccolga il consenso  trasversale di tutti i soggetti economici ed istituzionali, oltre che delle forze sociali e della politica, è una pia illusione.

Lo stimolo che arriva dalle dichiarazioni recenti degli ex parlamentari Belloni e Proietti, e dall’ex sindaco ed oggi consigliere comunale  Paolo Tigli, ha il pregio della chiarezza e può  contribuire a rivitalizzare un dibattito sempre più asfittico e funzionale, soltanto, alla tutela di interessi che vanno al di là del bene della nostra comunità.

Sembra quasi di percepire un invito a costruire ipotesi di consenso esterno agli spazi della politica tradizionale.

La gravità della situazione reatina ci impone, oggi, di non disperdere la nostra capacità di rappresentanza e non possiamo, quindi, che essere attenti ad ogni sospiro che giunge dalla straordinaria realtà dell’associazionismo, dalle rappresentanze degli imprenditori, dalle espressioni vive della cultura locale, dall’eterogeneo e pulsante mondo giovanile, dalle espressioni tutte della società civile.

Non vogliamo che questo nostro comunicato sia interpretato come un appello qualsiasi.
Vogliamo essenzialmente, per ora, dire grazie a chi, come noi, dimostra disponibilità concreta a modificare lo stallo della gestione dei problemi del nostro territorio.