Calisse: “Legge regionale non stabilizza gli LSU. Il mio è stato un ingresso in Lega, non un cambio di partito!”

Martedi 19 novembre nell’aula consiliare della provincia di Rieti si è tenuto il convegno con tutti gli amministratori provinciali della Lega e i cittadini (LEGGI). Ad aprire i lavori è stato il presidente della Provincia, Mariano Calisse (nella foto).

“Innanzitutto vorrei precisare che il mio non è stato un cambio di partito, ma un ingresso nella Lega. Infatti in vita mia non ho mai avuto tessere di partito, la prima l’ho fatta appunto con il mio ingresso in Lega.

Detto questo, ritengo che la figura del sindaco è ciò che dobbiamo recuperare della politica, perchè oggi, come sappiamo, è difficilissimo amministrare i Comuni.

In questa occasione – prosegue Calisse – voglio sottolineare che sono presenti qui con noi anche gli ex lavoratori di Risorse Sabine, che non hanno certezza del loro futuro lavorativo. Alcuni giorni fa c’è stata una polemica politica dopo l’approvazione regionale della legge dedicata agli LSU.

Tale legge è stata sbandierata come legge che stabilizzava gli stessi LSU, ed ho emesso un comunicato stampa per far presente che non riguardava la stabilizzazione, ma solamente un aumento del contributo ai Comuni, con la possibilità di stabilizzare i posti di lavoro sempre a carico dei Municipi, che però non hanno le risorse economiche per farlo, e alle Comunità Montane, che guarda caso sono commissariate dalla Regione. Proprio la stessa Regione ha comunicato l’impossibilità di fare nuove assunzioni.

C’è stata la risposta del segretario provinciale del PD che mi diceva: perchè Calisse ti innervosisci, utilizza in Provincia questi soldi per stabilizzare gli LSU provinciali. Questa – prosegue il presidente Calisse – non la ritengo una risposta degna. Non accetto che non si sappia o che si faccia finta di non sapere che la Provincia di Rieti non usufruisce di LSU, ma solamente di lavoratori ex Risorse Sabine, che loro (PD ndr) conoscono bene.

La Provincia sta cercando di sanare la vicenda, anche con la condivisione con gli stessi lavoratori della lettera inviata alla Regione Lazio. Con il lavoro non si può scherzare! Quella legge non stabilizza i lavoratori – conclude Calisse – anzi, dà oneri ai Comuni che non hanno soldi.”