ARRESTATO IL RAPINATORE DELLA BANCA POPOLARE DELL'ETRURIA

Il rapinatore Luciano Terzini

Probabilmente dopo 3 anni il rapinatore pensava di averla fatta franca.

Il 2 febbraio 2007, verso le 13.00, Luciano Terzini (del 57, pluri-pregiudicato di Roma) armato di pistola fece irruzione nei locali della Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio- filiale di Rieti- nei pressi dello stadio.

Minacciando l’impiegato di sparargli in bocca si fece consegnare 20.000 euro e si dileguò.

Oggi, al termine di lunghe e complesse indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo, a Terzini è stata notificata un ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dl Gip del Tribunale di Rieti.

Alla sua identificazione i Carabinieri sono giunti tramite la comparazione antropometrica dei caratteri somatici del volto, confrontando i fotogrammi, all’epoca ripresi dai sistemi di video sorveglianza dell’istituto bancario, con le foto della scheda segnaletica.

Non è la prima banca che TERZINI colpisce nella provincia reatina.
Il 12 Ottobre 2009, il rapinatore, insieme al suo complice, Filippo Giuffrida di 37 anni, fu arrestato dai Carabinieri del Reparto Operativo di Rieti nell’ambito dell’operazione denominata JACKALS 2.

I due furono infatti ritenuti autori di 4 rapine effettuate a Passo Corese e Osteria Nuova.

Il 3 luglio del 2008 anno Terzini e Giuffrida rapinarono 40.000 euro all’agenzia Cariri di Passo Corese. Quattro mesi più tardi, sempre a Passo Corese, un nuovo colpo gli fruttò un bottino di 15.000 euro. Lo scorso aprile, si erano impossessati di 22.000 euro e l’11 agosto, a Osteria Nuova, di 20.000. 

Anche in quell’indagine una speciale squadra anti-rapina del Reparto Operativo di Rieti analizzò i fotogrammi delle telecamere delle banche, e constatò che si trattava delle stesse persone, successivamente identificate in Terzini e Giuffrida.

Il lavoro dei carabinieri del Reparto Operativo non finì lì e i militari analizzarono i fotogrammi di tutte le rapine rimaste ad opera di ignoti commesse negli ultimi mesi.

Hanno così scoperto che le immagini dei due sospetti comparivano in un numero impressionante di rapine eseguite a Roma, a Frosinone, nell’agro pontino, nel litorale romano e anche a Forlì.