AREE EX INDUSTRIALI, DICHIARAZIONE DELL'ASSESSORE COSTINI

Felice Costini

"La rinnovata attenzione nei confronti della politica urbanistica del Comune di Rieti non può che fare estremamente piacere, soprattutto a chi, come me, ha sempre fatto della partecipazione un principio fondante della sua attività amministrativa.

Non so, onestamente, se in questa città ci siano o ci siano stati dei ‘giganti’ capaci di condizionare le scelte del passato, ma se dovessi basarmi su alcune realizzazioni o mancati interventi, forse dovremmo parlare più di ‘nani’, considerato il basso profilo di certe situazioni.

Per cultura sono abituato a non attardarmi sul passato, ritenendo che ognuno di noi abbia le responsabilità delle scelte che fa e il tentativo di scaricarle su chi ci ha preceduto mi è sempre parso un atteggiamento fanciullesco. I principi a cui mi ispiro per la mia azione amministrativa li ho chiariti fin dal momento in cui ho assunto la delega all’Urbanistica: primo tra tutti vi è il prevalere dell’interesse pubblico sugli interessi privati. Credo, infatti, che il rapporto tra pubblica amministrazione e impresa debba essere regolato dalla massima trasparenza, da regole certe e uguali per tutti, dalla capacità di contrattare al fine di trovare un punto di sintesi tra il guadagno del singolo e l’interesse della comunità, con una certezza: alla fine deve essere la collettività a guadagnarci.

Con altrettanta determinazione ho cercato di costruire un percorso amministrativo in cui le scelte fossero figlie della partecipazione, chiamando al dialogo tutte le forze sociali, economiche e politiche con l’obiettivo di trovare una condivisione, superando la logica del muro contro muro o del dirigismo fine a se stesso, utilizzando tutti gli strumenti che gli attuali regolamenti ci hanno messo a disposizione per giungere alle necessarie decisioni. Per questo, non possono che fare piacere gli apprezzamenti provenienti anche dall’opposizione rispetto ad alcuni atti politici e amministrativi. Ugualmente ritengo importanti alcune critiche, utili a migliorare e a cercare di ricostruire un nuovo clima, non improntato al sospetto e alla dietrologia.

Ritengo, però, con altrettanta franchezza, che alcune asserzioni, figlie di un qualunquismo che mai nulla ha prodotto in questi anni, siano inaccettabili: dichiarare che in questi mesi si è solo parlato e nulla realizzato è quantomeno scorretto: in politica le affermazioni di principio sono concretezza e non chiacchiere, e quando, come nel caso del fotovoltaico, sono seguiti precisi atti amministrativi, come il regolamento (primo tra i Comuni del Lazio a dotarsi di uno strumento su una materia lasciata colpevolmente priva di certezze) e successivamente la zonizzazione, significa che le parole sono accompagnate dai fatti.

Più complessa è la situazione inerente il Nucleo industriale, in cui la politica sta pagando una colpevole assenza, figlia di un impoverimento culturale della nostra classe dirigente, a volte troppo presa dal contingente per accorgersi che alcune scelte possono condizionare pesantemente il futuro. E quest’assenza colpevole ha prodotto danni che difficilmente possono essere recuperati in poco tempo, e anche il caricare una delibera, come la presa d’atto del piano regolatore dell’Asi, di una valenza strategica fondamentale, sarebbe un errore di prospettiva.

È sicuramente necessario tornare a interessarsi di quanto avviene nei palazzi del Consorzio, non con la volontà di occupare poltrone o per cercare capri espiatori, ma per riportare la politica, quella sana, quella che ha un progetto complessivo, quella scevra da interessi particolari, al centro del momento decisionale, non delegando tutto a una società civile, si chiami impresa o in altro modo, che legittimamente pone al centro delle proprie scelte unicamente il guadagno individuale. Per questo non sono d’accordo con quanto scritto da Gianfranco Paris: se vogliamo arginare la ‘mano nera’, come da lui definita in modo splendido, non possiamo farlo attraverso il qualunquismo e forse riconoscere che l’intero consiglio comunale, non Chicco Costini, in queste settimane ha fatto piccoli, timidi passi in controtendenza, sarebbe intellettualmente onesto.

E ugualmente rimango perplesso rispetto alla polemica sui ritardi della discussione sulla relazione prodotta dalla commissione aree ex industriali. Credo, infatti, che vada posto l’accento su come in queste settimane, proprio in quella direzione, siano stati compiuti passaggi importanti: la delibera di attuazione della legge regionale 21, ovvero quella sui Piani integrati, ha dotato il Comune di uno strumento importante per porre regole, paletti e per intervenire in quella zona, restituendo all’amministrazione comunale la possibilità di poter svolgere la propria  funzione di regia.

Contemporaneamente, grazie all’intervento della Prefettura, si sta cominciando in modo serio a mettere mano alla bonifica, condicio sine qua non a qualsiasi iniziativa urbanistica in quelle aree. La discussione sulla relazione, che ha una funzione d’indirizzo, direi quasi culturale, non ha, al contrario di altri provvedimenti, urgenze temporali, scadenze improcrastinabili, ma richiede invece un momento di riflessione importante  da parte dell’intero consiglio comunale. Questo ovviamente non significa rimandarla sine die o allungarne i tempi senza motivo, ma neanche farla diventare una scadenza apocalittica, altresì perché l’eventuale interesse di qualche imprenditore che lì voglia investire (magari fosse) non diventi condizionante: la città deve decidere, sicuramente in modo rapido, ma anche neutro e avendo come unico baricentro l’interesse collettivo.

In conclusione, l’importanza della scelta impone non improvvide accelerazioni, che rischiano di essere foriere di errori in questo caso gravissimi, ma di attenta riflessione, scevra di dietrologie e di interessi più o meno velati di imprenditori locali o romani, soli o ben accompagnati. Tutto questo proprio nell’ottica della massima trasparenza, del rispetto delle regole, uguali per tutti e soprattutto dell’interesse collettivo".