ANDREA DI NICOLA: CARA LIDIA PERMETTIMI DI DISSENTIRE DAL TUO PUNTO DI VISTA

Andrea Di Nicola

Andrea di Nicola scrive al consigliere regionale Lidia Nobili

Cara Ldia,
permettimi di dissentire dal tuo punto di vista, dal tuo approccio alla scelta di un candidato per il 2012 alla carica di Sindaco della nostra città.

Tu dici, in sintesi, che prima va fatto un programma da parte del centrodestra e poi va scelta la figura capace di garantirne la realizzazione. In tempi normali potrebbe essere un metodo praticabile anche se nutro molte riserve su di esso: troppe le volontà «ad escludendum» che girano nel centrodestra e che in sostanza hanno portato alla sconfitta nelle Provinciali; troppi i dubbi su chi e come dovrebbe avviare il tavolo di concertazione da te caldeggiato; troppi infine i galli che – cantando non sempre in coro – non farebbero fare mai giorno con le loro minacce e i loro ricatti.

Ciò che c’è da fare per questa città, cara Lidia, già è fin troppo noto. Non sei vissuta in questi anni in qualche landa sperduta dell’Asia centrale. Sei stata a Rieti, anche in importanti organi elettivi, e quindi non mi dire che sei all’oscuro di tutto o che devi ancora studiare. Come te sanno cosa c’è da fare tutti i responsabili dei vari partiti, da destra a sinistra. A che serve un tavolo? per elaborare più o meno fumosi progetti politici? Le cose da fare si sanno: vanno solo approntati i dettagli, le strategie e i mezzi per risolverli. Ma questo è affare di un consiglio comunale e di una giunta, non di un tavolo concertativo.

Tu dici invece che solo «dopo» l’elaborazione del programma va individuato il candidato a Sindaco. E giudichi male chi la pensa diversamente, anzi dici che chi la pensa diversamente opera a rovescio. Sarò un «rovesciato», ma vorrei soltanto farti riflettere su un particolare. Se il candidato viene scelto «dopo» il programma, potrebbe anche essere una persona che non ha partecipato al tuo tavolo di concertazione. Sarebbe quindi un tizio al quale si direbbe praticamente: «Adesso esegui il compitino che ti abbiamo confezionato noi».

Io credo, permettimi di crederlo sommessamente, che nessuno può accettare un programma fatto (se non imposto) da altri. Ne andrebbe della propria dignità politica e della propria li-bertà politica. Secondo me (e lo ripeto sempre piano piano, senza volontà di offendere nes-suno né di dispiacere te), che in questo momento c’è bisogno di dare un segnale di coesione e di fiducia. Pensi forse che Cicchetti non attragga a sé quel Centro al quale tu guardi, e che non è silenzioso come dici tu? Ti dirò di più: è capace di attrarre il centro e pure la sinistra!

E ammesso che serva un programma, pensi forse che Cicchetti se lo debba far confezionare prima perché non in grado di elaborarlo nsieme con tutte le forze che è capace di raccogliere attorno a sé? Non mi dire! Io credo invece che Cicchetti sarà capace di accontentare anche te realizzando quel tavolo di concertazione. Il quale però si muoverà non senza di lui, ma in armonia con lui.
Cara Lidia, ricordandoti che se parti per tempo, da molto lontano, hai più probabilità di arri-vare prima, sono lieto di confrontarmi con te e ti auguro buon lavoro.