AMARLI E' UNA SCELTA, MA RISPETTARLI E' UN DOVERE

Gatto

“Amarli è una scelta, ma rispettarli è un dovere” questo il motto di Nadia Serilli e le sue colleghe, le quali si autodefiniscono le gattare di Rieti.

Grandi amanti della natura, e molto più numerose di quanto si possa pensare, queste persone si impegnano volontariamente ad assistere oltre ai loro animali domestici anche le colonie di gatti selvatici sparse nella nostra città, mettendo in gioco le proprie risorse economiche e fisiche.

Nadia ha contattato in questi giorni in rappresentanza di questo gruppo di persone le associazioni Cittadinanzattiva, Sabina radicale, Post tribù e Rieti virtuosa per portare delle inaccettabili e terribili segnalazioni, per cui il le associazioni hanno deciso di appoggiare e sostenere la loro battaglia.

“Da un anno a questa parte abbiamo trovato circa quindici gatti uccisi, per lo più avvelenati, e molti altri sono scomparsi – ha raccontato Nadia rammaricata – ne abbiamo anche curato uno che abbiamo trovato in difficoltà, durante le cure ha vomitato un pezzo di carne avariata”.

Da tempo Nadia e le sue amiche si sono attivate per tutelare i diritti di questi animali, hanno raccolto numerose foto per documentare gli avvenimenti e l’accanimento contro queste creature, hanno segnalato il fenomeno alle autorità sia in via informale che in via ufficiale, si sono mobilitate in ogni modo per bloccare eventuali assalitori, venendo ingiuriate da persone contrarie alla presenza delle colonie nei loro quartieri. Tutto ciò in aggiunta alle consuete cure che le gattare volontarie portano ai gatti delle colonie ogni giorno, nutrendoli e curandoli, anche in maniera specializzata se necessario.

La Serilli ha indicato le vie in cui si trovano le principali colonie a Rieti: via Sebastiani, Piazza Bachet, via Greccio, via Angelo Maria Ricci (nel parcheggio del centro commerciale GS),  parcheggio centro commerciale La Galleria, via Colelli, via Carlo Sforza e via Salvo D’acquisto. 

“L’ultimo gatto che abbiamo ritrovato morto in via D’acquisto – racconta Nadia – non aveva segni di ferite, ma sembrava fosse morto per avvelenamento. Altre volte troviamo gatti feriti, anche gravemente, da sassate, bastonate o altre torture. Mi è capitato personalmente di dover allontanare ragazzi o bambini malintensionati, altre volta ho visto gente che incitava il proprio cane affinché attaccasse i gatti, ovviamente siamo sempre intervenute”.

Gli assalitori se la prendono anche con gli oggetti che le volontarie comprano per curare le creature delle colonie, come ad esempio le ciotole, che sono state gettate, nel migliore dei casi, o inquinate da vernici spray. La denuncia che Nadia e il suo gruppo vogliono porre in atto non è rivolta a nessuno in particolare, ma verso tutto quell’insieme di cittadini irresponsabili che, non considerando la vita animale preziosa ne degna di rispetto, la disprezzano torturando o uccidendo creature per lo più indifese, spesso anche con metodi subdoli e codardi, quali l’avvelenamento.

Il gruppo delle Gattare ritiene di essere in totale accordo con le politiche animaliste proclamate dal Sindaco Petrangeli durante la campagna elettorale, ma di non vedere l’applicazione pratica di questi intenti, considerando gli ultimi avvenimenti.

Per questo il gruppo si propone per continuare ad offrire volontariamente questo servizio ma vorrebbe un incontro ufficiale con il Comune di Rieti per  esporgli le proprie idee e richieste, affinché le colonie possano essere riconosciute gratuitamente dal Comune, aprendo così alle gattare di Rieti l’accesso alla Catcard, un tesserino ufficiale elargito dall’UDA Roma che le aiuterebbe a svolgere al meglio il loro ruolo senza costi aggiuntivi per il nostro Comune.

Nadia è disponibile per ulteriori informazioni  a chiunque fosse interessato o voglia contribuire al sostegno delle colonie.
Contatto e-mail: scarlett
1977@alice.it