ACQUAPUBBLICAEBASTA: I POLITICI LOCALI E LE "LORO" ASSOCIAZIONI PARLANO, LA CAMERA CANCELLA GLI ATO

Rieti, interruzione servizio idrico

Mentre i politicanti locali di entrambe gli schieramenti fanno a gara per apparire come i paladini dell’acqua pubblica e hanno “sciolto” le proprie associazioni di fiducia per propagandare la difesa della nostra acqua.

Mentre tutti gli atti amministrativi e le gestioni attuali (come ampiamente dimostrato e denunciato nei precedenti comunicati) dimostrano che sia il centro-destra, con in testa il Comune di Rieti che ha scelto da tempo una gestione privata dell’acqua, sia il centro-sinistra, con in testa l’amministrazione provinciale e il suo Presidente, che ha sottoscritto ed ha avallato le scelte della Regione Lazio, che già dall’anno 2006 con la “famosa” delibera Regionale ha cercato di privatizzare la “nostra”sorgente “Peschiera-Le Capore”, regalandola ad una multinazionale Acea spa.,(Delibera che porta la firma dell’ex “Verde” Assessore all’ambiente Zaratti, passato ora nelle file di SINISTRA ECOLOGIA e LIBERTA’, che localmente rivendica un risarcimento, avallando la privatizzazione della nostra acqua)…….  

Mentre associazioni di “destra” e di “sinistra” fanno propaganda elettorale tra striscioni, manifesti, presidi e “scampagnate”, ricordandosi ad un mese dall’elezioni che l’acqua è un bene comune e non una merce… ma in questi anni non hanno fatto nulla per evitare la privatizzazione della nostra sorgente..iniziando  dal  non opporsi, anche attraverso un ricorso al Tar del Lazio, alla deliberazione della Conferenza Sindaci dell’Ato3 che aveva ratificato la Delibera Regionale (che privatizzava la sorgente “Peschiera-Le Capore”, con la quale la Provincia di Rieti s’impegnava a rinunciare alla titolarità della concessione sulla stessa sorgente e obbligava i Comuni ha non effettuare rivendicazioni legali future nei confronti del Comune di Roma ed Acea spa) senza che tale ratifica fosse prevista all’ordine del giorno della stessa Conferenza.

 O per quanto riguarda le associazioni di “destra”, che non si sono mai opposte ad una gestione privata del SII, come quella attuata dal Comune di Rieti, che per far guadagnare azionisti privati fa pagare una tariffa esorbitante ai residenti, con un peggioramento dello stesso servizio idrico. O non si sono opposte, quando il Comune di Roma con in testa il “loro” sindaco Alemanno, nella conferenza dei sindaci dell’Ato 2 del 05/12/2008 ha espresso parere contrario al risarcimento previsto per la nostra Provincia per l’”esproprio” della nostra acqua…nonostante lo stesso Alemanno, lo prometta ogni volta che “passa” per la nostra Provincia.    

Mentre nella nostra Provincia è in scena questo festival dell’Ipocrisia…
La LEGA in Parlamento abolisce gli Ato….

Scandaloso il silenzio assordante dei mass-media su tale provvedimento… che se diventasse legge cambierebbe nuovamente l’intero scenario della gestione dell’acqua in Italia …però nessuno se ne preoccupa…tanto meno i nostri politici o  i nostri rappresentanti istituzionali locali…

E’ notizia di queste ultime ore l’approvazione della soppressione degli Ato idrici e rifiuti da parte della Camera dei deputati attraverso un emendamento, il “comma quinquies all’art.1” del decreto legge n°2 del 25 gennaio 2010, votato con l’ennesima fiducia, titolato “interventi urgenti per enti locali e regioni”. 

Quest’ultimo, oltre ad un nuovo taglio di fondi destinati agli enti locali, aggiunge all’art.1 del suddetto decreto, presto convertito in legge (“Interventi urgenti sul contenimento delle spese negli enti locali”) una modifica all’articolo 2 della legge 23 dicembre 2009, n. 191. Dopo il comma 186 viene inserito il seguente 186-bis che recita:

1-quinquies. All’articolo 2 della legge 23 dicembre 2009, n. 191, dopo il comma 186 è inserito il seguente:«186-bis. A decorrere da un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono soppresse le Autorità d’ambito territoriale di cui agli articoli 148 e 201 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni. Decorso lo stesso termine, ogni atto compiuto dalle Autorità d’ambito territoriale è da considerarsi nullo. Entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, le regioni attribuiscono con legge le funzioni già esercitate dall’Autorità, nel rispetto dei princìpi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza. Sono abrogati gli articoli 148 e 201 del decreto legislativo n. 152 del 2006.

Scompaiono così anche gli organi territoriali deputati al controllo dell’operato dei vari gestori del servizio idrico.

Come spiega il sopracitato articolo, nuove autorità dovranno essere designate dalla Regione di appartenenza. L’emendamento approvato non chiarisce però in che modo le Regioni dovranno comportarsi nei confronti degli attuali gestori(anche se siamo sicuri che non saranno toccate) e ne degli Ato come il nostro, che attualmente non hanno individuato un gestore del proprio SII. Mantenere gestioni privatizzate senza giuste autorità di controllo sarebbe un ulteriore beffa che va ad aggiungersi al danno subito dai cittadini in questi ultimi anni

Tale provvedimento entra in contrasto con le ultime leggi approvate in materia dallo stesso Governo, restituendo la piena autonomia della materia acqua alle Regioni, autonomia messa in discussione dall’art. 15 del DL 135/09, che imponeva la privatizzazione di tutti servizi pubblici di rilevanza economica. Un passo indietro, voluto da un partito come la Lega che da sempre ha sostenuto l’efficienza della gestione pubblica dell’acqua, come dimostrano le tante esperienze in Regioni e Province del nord Italia. Iniziando dalla Regione Lombardia che si è dotata di una propria Leg
ge in materia d’acqua, che lascia la facoltà ad ogni Comune di scegliere il tipo di gestione che ritiene più opportuna, sottolineando che quella pubblica è risultata la gestione più efficiente, sia in materia di costi che dal punto dell’efficienza del servizio.

Esempio lampante la gestione pubblica del Comune di Milano, la cui acqua (considerata per la sua purezza oligominerale) è una tra le migliori d’Europa e la meno costosa del continente. Tale mossa politica, è da inquadrare anche come deterrente agli annunciati quesiti referendari presentati dai Movimenti che difendono l’acqua pubblica e supportati da alcuni partiti del centro-sinistra, per l’abrogazione delle ultime Leggi in materia di acqua prodotte dal Governo che ne prevedono la privatizzazione. Quesiti referendari che sarebbero votati anche dalla maggioranza degli elettori del centro-destra, contrari ad ogni tipo di privatizzazione dell’acqua.

 E’ in questo frangente che la volontà popolare (sbilanciata ampiamente verso il pubblico) deve riuscire a sovvertire le inclinazioni politiche di questi ultimi tempi che tendono all’affidamento di tutti i beni comuni nelle mani dei privati, privilegiando gli interessi di pochi. Le pressioni provenienti dal basso devono indirizzare tutte le possibili scelte verso una gestione pubblica e per questo motivo c’è un percorso comune da seguire e perseguire. 

Tale provvedimento cambia tutti gli scenari ovviamente anche nella nostra Provincia. La cancellazione degli Ato deve essere vista come una grande opportunità per i Comuni della nostra Provincia per attuare una gestione senza scopo di lucro dell’acqua, attraverso Consorzio Pubblico (art. n. 31 Dlgs 267/00 o Azienda Speciale (art. n. 114 Dlgs. 267/00), garantendo il contenimento dei costi ed una maggiore efficienza del servizio, oltre ad evitare qualsiasi speculazione sull’acqua, bene comune e diritto universale ed inalienabile.

Il Movimento “Acqua Pubblica e Basta!” continua la propria battaglia:
1) Per la difesa della sorgente “Peschiera-Le Capore” e per una sua gestione senza scopo di lucro.
2) Per l’assegnazione della titolarità della sorgente “Peschiera-Le Capore” alla Provincia di Rieti.
3) Per il riconoscimento di un risarcimento alla Provincia di Rieti per gli 84 anni di esproprio della nostra acqua da parte del Comune di Roma e attualmente senza autorizzazione ne concessione da parte di una multinazionale privata, Acea spa. Il risarcimento deve prevedere uno quota da destinare  all’intera Provincia ed una quota che deve ulteriormente essere destinata ai Comuni gravati da vincoli imposti per salvaguardare l’acqua “Romana”.  

 I movimenti per l’acqua pubblica manifesteranno a Roma il prossimo 20 Marzo. A questa iniziativa seguirà una raccolta firme per promuovere i tre referendum abrogativi di tutte quelle norme che hanno privatizzato l’acqua in Italia (fra cui i legge l’art. 15 del DL 135/09 – legge 166/09 – attuale Governo Berlusconi). Nel frattempo i Comuni che si dichiarano contrari alla privatizzazione del servizio idrico, dovranno inserire nel proprio statuto una specifica formulazione che definisca il servizio idrico integrato quale servizio pubblico locale privo di rilevanza economica.

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