Accumoli, petizione online del gruppo Facebook “No all’idroelettrico sul Pescara”

Nel comune di Accumoli è in corso da tempo l’ennesimo scempio a danno della natura incontaminata, nonostante l’opposizione di cittadini e associazioni.

Sul torrente Pescara, infatti, è in corso di realizzazione un “mini” impianto idroelettrico che mira a deviare fino a 150 litri d’acqua al secondo, una quantità che non risulta in linea con le portate naturali del torrente. Il Pescara, da sempre utilizzato esclusivamente per irrigazione e/o abbeveramento del bestiame, offre portate istantanee piuttosto stabili di massimo 100-120 litri/secondo, decisamente incompatibili con i prelievi autorizzati dalla Regione Lazio nel 2018.

La ditta proponente effettuò le misurazioni di portata nel 2014, anno in cui in Italia si registrarono precipitazioni diffusamente ben sopra la norma (fino a +50%) e un’estate piuttosto fresca e piovosa (vedasi rapporto ISPRA in merito). Ciò spiegherebbe come sia possibile che, soprattutto nei mesi invernali, la documentazione tecnica parli di portate naturali anche di 600 litri/secondo, una quantità d’acqua sovrastimata di almeno 3-4 volte rispetto alle condizioni attuali, ormai quasi sempre caratterizzate da siccità e ondate di calore a causa del cambiamento climatico.

Si teme quindi che l’impianto, che mira a produrre quantità di corrente esigue, possa già nel breve termine essere costretto ad operare a regime ridotto o a restare fermo per diversi mesi l’anno per mancanza d’acqua, difatti causando devastazione ambientale senza nessun ritorno né per la popolazione locale, né per l’ambiente stesso.

Il progetto devierà il torrente per ben 1.6 km della sua lunghezza totale, che ammonta a soli 3 km, garantendo per il tratto prosciugato un deflusso minimo vitale di appena 32 litri/secondo. A peggiorare le cose, il Pescara ospita stabilmente il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), specie in via di estinzione, nonché protetta da legislazione regionale ed europea. Le leggi in vigore tutelano il crostaceo in sé quanto il suo habitat, che non può essere alterato in alcun modo, ma la Regione Lazio e il Comune di Accumoli ne ignorarono completamente la presenza in fase di approvazione del progetto. È infatti la stessa ditta proponente a dimostrare scarso interesse per la salvaguardia dell’ambiente nelle proprie relazioni tecniche riguardo la fauna, scrivendo: Non si è fatto riferimento a mammiferi, anfibi e rettili data la contestualizzazione degli impianti presso siti di valenza ambientale non rilevante.

Il Pescara rappresenta invece un’ormai rarissimo caso di torrente montano sito al di sotto dei 1000 metri di quota ad essere ancora in stato completamente naturale. È infatti interamente collocato tra pascoli e boschi, in un contesto del tutto privo di antropizzazione, e la cui acqua risulta potabile. Il gambero di fiume, infatti, è considerato un indicatore biologico di estrema salubrità ambientale.

Ad agosto 2022, le associazioni WWF, LIPU, Mountain Wilderness e Salviamo l’Orso inviarono una diffida a regione e comune elencando tutte le criticità del progetto. A settembre dello stesso anno, la regione rispose invitando ARPA “ad eseguire eventuali attività tecniche di competenza”. Nonostante ciò lasciasse presagire un cambio di posizione della regione a favore dell’ambiente, a fine novembre 2022, la ditta esecutrice aprì il cantiere ed iniziò i lavori dell’opera di presa, al momento ancora in fase di esecuzione.

I cittadini, quindi, inviarono due esposti alla regione, la procura di Rieti, il comune, e i carabinieri forestali di Cittareale, il primo a novembre 2022 e il secondo a febbraio 2023, evidenziando le irregolarità esposte già della diffida delle associazioni sopra citate. Inoltre, la ditta sta realizzando l’opera di presa nel luogo errato, traslando il manufatto di almeno 10-12 metri rispetto al luogo designato dal progetto ufficiale, ponendolo a monte di un guado, piuttosto che a valle.

Nel corso dei mesi passati, i carabinieri forestali hanno eseguito per ordine della procura un paio di sopralluoghi, anche in collaborazione con l’ufficio tecnico del comune di Accumoli, ma, si apprende dai carabinieri stessi, le indagini sono ancora in corso presso la procura e non se ne conoscono dettagli o il possibile esito.

Il mini-idroelettrico “Villanova”, così sarà infatti denominata l’infrastruttura, è soltanto l’ennesimo di una lunghissima serie di progetti analoghi che dal 2014 in poi stanno sorgendo diffusamente in tutta Italia. Impianti che vanno a grattare il fondo del barile dei pochi torrenti davvero intatti rimasti nel nostro Paese, immolandoli sull’altare della sostenibilità energetica, ma rendendo difatti quantità di corrente davvero esigue.

In un report intitolato “L’idroelettrico: impatti e nuove sfide al tempo dei cambiamenti climatici”, Legambiente denuncia che, al momento della pubblicazione (gennaio 2018), in Italia erano sorti oltre 2300 mini-idroelettrici, tutti di potenza inferiore ad 1 MW, che complessivamente producevano il 2 per mille del fabbisogno nazionale, a fronte di 3000 km di torrenti deviati ed intubati. Ad oggi, il numero di progetti è raddoppiato: avremo quindi 6000 km di torrenti montani sacrificati per produrre il 4 per mille del fabbisogno. Decisamente non un sacrificio che ripaga, in particolare nel lungo termine, a causa dei forti cambiamenti climatici in atto, che non fanno altro che prolungare le siccità e diminuire le portate naturali medie dei piccoli torrenti.

I cittadini sono caldamente invitati ad iscriversi al neonato gruppo Facebook “No al’idroelettrico sul Pescara” e a firmare la petizione disponibile online a questo indirizzo: https://chng.it/RxxyYYrW8j