Accumoli, la “vita” – LE FOTO

Il sito di settore Lazioturismo, nel descrivere Accumoli, specifica: “Quanto qui descritto per Accumoli risale a data anteriore ai devastanti eventi sismici che hanno colpito il Centro Italia dall’Agosto 2016 (e non solo) e che si sono accaniti con particolare violenza in questa zona”.

Perchè la natura, da quel maledetto agosto (ma soprattutto con le successive scosse di ottobre), ha deciso che quel Comune si trasformasse, in un battibaleno, da gioiello storico e uno dei fiori all’occhiello della provincia di Rieti, a cumulo di macerie simbolo della trascuratezza dello Stato a salvaguardare ciò che di bello e storicamente irripetibile è presente sul suo territorio.

Le macerie della chiesa di San Francesco sono ancora tutte lì perchè ancora sotto sequestro dopo tre anni: il crollo del campanile provocò la morte di un’intera famiglia.

Nei pressi del luogo sacro un altro ammasso di calcinacci, quelli della caserma dei Carabinieri. E poi il centro storico, con i palazzi che sorgevano su via Tommasi; il Palazzo del Podestà, Palazzo Guasti, il Palazzo Comunale (l’unico messo in sicurezza insieme alla torre civica), i palazzi Marini e Tommasi. Tutti costituiscono testimonianza di epoche spazzate via in un attimo ed in maniera purtroppo irreversibile.

Ad Accumoli, a due passi con il territorio marchigiano anch’esso devastato dal sisma, sperano ancora di poter tornare in quello che era il loro borgo ma, è inutile nasconderlo, il rischio-spopolamento cresce di giorno in giorno. Tra le macerie gira soltanto un cane alla ricerca di chissà cosa (ma ci hanno assicurato che il quadrupede ritorna sempre al villaggio delle casette occupate dagli abitanti di quello che fu il centro storico), all’inizio della strada di accesso al paese i soldati del posto di blocco armato: le uniche forme di vita in un pezzo d’Italia che lentamente sta morendo.