ACCORPAMENTO PROVINCE, CAL: SOLO DUE NEL LAZIO, UNA DEL NORD E UNA DEL SUD

Onorevole Fabio Melilli

Il Consiglio delle Autonomie Locali del Lazio, con la presenza di 29 dei suoi componenti, ha oggi preso atto a maggioranza (3 voti contrari e 1 astenuto) della delibera della Giunta regionale del Lazio con la quale si è deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale contro le norme emanate dal Parlamento in ordine al riordino delle Province.

La decisione della Regione è stata assunta peraltro in coerenza con analoga richiesta, formulata all’unanimità al Cal e alla stessa Regione, da parte dell’assemblea dei Sindaci e dei Presidenti delle Province del Lazio.
Il Cal del Lazio, condividendo la scelta della Giunta regionale, ha registrato l’impossibilità di formulare un’ipotesi di accorpamento diversa dall’unica possibile e cioè la costituzione di una Provincia del nord ed una del sud del Lazio.

Altri Cal in queste ore stanno formulando proposte non sempre aderenti al dettato normativo ed il Cal del Lazio avrebbe potuto fare altrettanto, rivisitando i confini della costituenda Città metropolitana.
Ritenendo illegittima una scelta che non avesse tenuto conto della volontà delle comunità locali, uniche depositarie della sovranità in ordine all’appartenenza ad una Provincia o alla Città metropolitana stessa, il Cal è stato messo dalla norma nelle condizioni di compiere una scelta obbligata. Una scelta che non viene condivisa dalla stragrande maggioranza dei sindaci della regione. Per questo, qualora la Corte non dovesse accogliere le obiezioni della Regione, sarà il Governo a doversi assumere la responsabilità di suddividere una delle regioni più grandi d’Italia in due sole Province oltre la Città metropolitana, mentre si va definendo un assetto che vedrà, in regioni molto più piccole, la presenza di 4, 5 o addirittura 6 o più Province.

"Sono certo – ha dichiarato il presidente del Cal del Lazio, Fabio Melilli – che appena sarà predisposto lo Statuto della Città metropolitana, saremo obbligati tutti a tornare sul tema perché ritengo davvero innaturale che tutti i Comuni della provincia di Roma possano essere considerati metropolitani o addirittura Capitale come qualcuno immagina. Non si è voluto tener conto della peculiarità della nostra Regione e della presenza appunto della Capitale, per ottenere in fretta un risultato che alla prova dei fatti richiederà ulteriori e migliori decisioni".