"Come fiori sulla terra" mostra di pittura di Amedeo Graziani ad Antrodoco

Che cosa c’è di più bello, trionfante, colorato e nello stesso tempo effimero e fragile di un fiore! E i pittori hanno ingaggiato come una lotta per rappresentare la delicatezza, i colori, l’armonia dei fiori, non come metafora della vita, ma come vita stessa, come necessità, come accadimento. La funzionalità del fiore è l’esistenza, è essenza di tutto, la stessa che ricerca un pittore.
E’ questo il tema centrale della mostra che il pittore Amedeo Graziani ha inaugurato il 20 luglio ad Antrodoco. Lungo e articolato è il percorso artistico di Amedeo, dalle inquietudini liceali alla scuola di Lin Deljia, a mostre, spettacoli teatrali, libri…. In questa mostra, la sua pittura che ha come tema i fiori non cerca di competere con la realtà, ma di esprimere un’altra realtà che giace nel profondo e che l’artista intende cercare, creare. Ricercare una lettura realistica significa andare fuori strada, non si troverà mai il senso di ciò che è stato dipinto e creato; bisogna spogliarsi dei “classici” criteri dell’arte per approdare a un nuovo mondo che richiede sacrificio e sofferenza, come pieno di sacrificio e sofferenza è il mondo artistico di Amedeo che non vuole trasgredire l’arte e le leggi che la determinano, ma intravvedere un nuovo orizzonte che sappia di libertà.
E l’orizzonte umano non è commisurabile alle idee di infinito o di tutto, come generalmente si pensa, ma alla cenere, alla polvere, ai diversi stadi in cui appare in una dialettica eterna di dissolvimento. E i fiori, mi dice Amedeo Graziani, danno il meglio di sé quando seccano, quando muoiono. Il pittore esce la mattina per perdersi nei boschi, nei campi e qui trovare fiori, pietre, sassi, terra che poi usa per dipingere soprattutto su carta o su tavolette rimediate. In questa povertà c’è l’elemento di vera ricerca, di vera grandezza, di un’arte che esprime un momento di forte coesione con il mondo, con la terra, che non cerca la catarsi, la pace dell’animo, ma l’azione, l’essere pronti alla lotta: cercare la possibilità di vedere e additare nuovi squarci d’infinito. Un’arte che conosce i colori, la loro “mescola” come le passioni umane e la loro misera condizione per la perdita del centro, lasciando aperte varie linee di fuga ben sapendo che la vita è irrimediabile e che l’artista è chiamato a sforzi sovrumani affinché la tristezza e il pessimismo non rendano cieco e vuoto il mondo.
La pittura di Amedeo Graziani non è contemplazione ma uno scambio metabolico con tutto ciò che esiste, un rapporto fisico, cannibalesco. E oggi si è perduto il senso della terra, il colore del cielo e come può un pittore dipingere se prima non mangia la terra, se prima non entra nel cielo! Questo è un processo di transustanziazione, e ogni persona deve mangiare, modellare la terra visto che alla fine ognuno sarà mangiato dalla terra stessa. Un passaggio come rinascimentale: riportare gli occhi sul cuore dell’uomo dopo che per lungo tempo sono stati volti nel vuoto.
Amedeo GRAZIANI – Come fiori sulla terra – Corso Roma, 30 Antrodoco (RI) dal 20 al 31 luglio, Dalle 17.00 alle 21.00
di Felice Paniconi.