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mercoledì 12 Novembre 2025
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STATUTI E LEGALITA': COSA LEGA IL CASO MARRAZZO E LE QUOTE ROSA IN PROVINCIA

Sabina RadicalePer Sabina Radicale è’ apprezzabile l’impegno di Lidia Nobili nel promuovere la partecipazione delle donne alla politica, e soprattutto l’assunzione di responsabilità, istituzionali, amministrative e di partito.

In questo, trova concordi i radicali, che da sempre (da Adele Faccio e Adelaide Aglietta ieri fino all’oggi di Emma Bonino, Rita Bernardini, Daniela Poretti, Elisabetta Zamparutti fino alla segretaria Antonella Casu) hanno tra le loro file donne che promuovono la presenza femminile, senza bisogno però di quote rose, cui siamo da sempre contrari. 

Quello a cui invece, anche da sempre, i radicali tengono, è il rispetto della legalità. Non da oggi questo paese vive una doppia morale, per cui le istituzioni (ed i partiti che le hanno occupate) si danno delle regole e poi tranquillamente le eludono o apertamente violano; e come dice Pannella, dove c’è strage di legalità, c’è strage di democrazia.

E’ per questo che abbiamo plaudito ai pronunciamenti del TAR riguardo le giunte di Taranto e San Giorgio a Liri: perché lo statuto di quegli enti prevedeva delle quote "di genere" (insomma, rosa) che erano allegramente ignorate.

Non è così per la Provincia di Rieti, il cui Statuto non parla di questo.
La professoressa Nobili ne può fare quindi una questione politica, ma non invochi il TAR.

Un richiamo alla legalità ed alle regole, viene anche dalla vicenda Marrazzo ed alla polemica sulla sua sospensione/dimissioni: ci piace riportare qui la dichiarazione di Massimiliano Iervolino, della Direzione Nazionale di Radicali Italiani:

“Sulla legittimità dell’autosospensione di Marrazzo, ed il conseguente passaggio di deleghe al vice presidente Montino, dovrebbe dichiararsi il Comitato di Garanzia statutaria.
Questo organo è previsto all’art.68 dallo statuto del 2004 della Regione Lazio, e si pronuncia sull’interpretazione dello stesso (L.R. 13 dicembre 2007 art.11 comma d) su richiesta del Presidente del Consiglio Regionale (art.16 comma b) o di un terzo dei componenti del Consiglio regionale (art.16 comma c).

Purtroppo, come da noi più volte denunciato, non sono mai stati nominati i componenti di questo Comitato, ed oggi dobbiamo assistere ad interpretazioni faziose senza che, sull’articolo 45 comma 2, nessuno abbia la possibilità di interpellare i garanti dello statuto.
Né il centro destra, né il centro sinistra, hanno voluto dire una parola su questo, anche perché sono complici di questo vuoto. Quando le leggi non si rispettano ed i comitati terzi non si nominano la partitocrazia ha gioco facile nel continuare a non rispettare le norme scritte e ad andare avanti per convenienza elettorale.

Purtroppo in questa battaglia siamo stati facili profeti, l’inadempienza statutaria è sempre grave specie per le nomine di organi di garanzia, chi ci rimette sono i cittadini e non certo i “potenti” di turno.”

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