Il Presidente Romoli dichiara che le Province devono tornare al centro della vita amministrativa dell’Italia
A dieci anni esatti di distanza dall’approvazione della Legge Delrio, occorre fare un bilancio serio per capire cosa non ha funzionato e perché è necessario che le Province tornino al centro della vita politica e amministrativa del Paese. È stato proprio questo il tema centrale del convegno “L’esigenza di una riforma delle Province” che si è svolto ieri mattina presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.
All’evento, organizzato dall’Unione delle Province d’Italia (UPI) Lazio, hanno partecipato Francesco Scalia (Professore di diritto amministrativo dell’Università di Cassino), Marzia De Donno (Professoressa di diritto amministrativo dell’Università di Ferrara), Enrico Carloni (Professore di diritto amministrativo dell’Università di Perugia), Alessandro Romoli (Presidente di UPI Lazio e della Provincia di Viterbo), Gaetano Palombelli (Direttore di UPI Lazio) e Antonella Di Pucchio (Consigliera provinciale di Frosinone con delega alla pubblica istruzione).
L’incontro nasce sulla scia del quarto rapporto di monitoraggio sull’attuazione della Carta europea delle autonomie locali del febbraio 2024, che raccomanda all’Italia di rivedere la disciplina delle Province prevedendo per questi Enti funzioni certe, risorse adeguate e il ritorno all’elezione diretta degli organi di governo.
A seguito della riforma Delrio del 2014, che ha trasformato le Province in Enti di secondo livello, l’Italia è infatti ancora molto lontana dal soddisfare i requisiti previsti dal Consiglio d’Europa in tema di enti e autonomie locali. Da qui l’esigenza di una riforma organica che attribuisca nuovamente competenze, risorse e dignità alle Province che sono organi previsti dalla Costituzione italiana e che dovrebbero assolvere a un fondamentale compito di raccordo tra i Comuni e le Regioni.
Ma l’esigenza di una riforma delle Province nasce anche dalla realtà oggettiva: lungi dal determinare quel risparmio di spesa pubblica tanto paventato nel 2014, la legge Delrio non ha fatto altro che bloccare la vita amministrativa del Paese depotenziando degli Enti di straordinaria importanza. Il taglio di risorse e personale alle Province, con il conseguente passaggio di molte delle loro funzioni in mano alle Regioni, ha portato solamente a disservizi per i cittadini e per il territorio. Come si possono d’altronde asfaltare le strade, giusto per fare un esempio concreto, se non ci sono i soldi per appaltare i lavori? Così come è un dato di fatto che la legge Delrio ha tolto spazi alla democrazia italiana, dal momento che allo stato attuale i cittadini non possono eleggere i propri rappresentanti provinciali.
“Nonostante le tantissime difficoltà dovute alla Legge Delrio, le Province continuano a svolgere un ruolo fondamentale nella vita amministrativa delle comunità locali – ha commentato durante il convegno Alessandro Romoli, Presidente di UPI Lazio e della Provincia di Viterbo – ma questi Enti vanno messi nelle condizioni di operare al meglio delle proprie possibilità e la riforma delle Province diventa ogni giorno sempre più urgente. A 10 anni di distanza dalla Delrio, tutto il panorama politico italiano è d’accordo nell’esprimere un giudizio negativo nei confronti di quella legge.
Le Province devono quindi tornare al centro della vita amministrativa dell’Italia perché sono fondamentali per il cittadino e perché lo prevede la stessa Costituzione. E la Costituzione, come ha detto bene il Presidente Mattarella all’assemblea nazionale di UPI che si è svolta lo scorso ottobre a L’Aquila, deve essere attuata”.