A distanza di alcune settimane dall’incontro dedicato a manutenzione, decoro urbano e turismo lento, le associazioni delle frazioni coinvolte si sono ritrovate a Piani Sant’Elia per una cena conviviale, pensata non solo come momento di socialità, ma come naturale prosecuzione di un percorso condiviso. Sedersi intorno alla stessa tavola ha permesso di rafforzare i legami nati durante il precedente incontro, trasformando il confronto in relazione umana, scambio informale e autentico spirito di comunità. La cena è stata l’occasione per ritrovarsi, conoscersi meglio, fare il punto sulle idee emerse e immaginare insieme i prossimi passi di un progetto che continua a crescere.
Un sentito ringraziamento va al professore Gianfranco Formichetti, che con grande disponibilità ed entusiasmo ha partecipato alla serata, proponendo idee e offrendo un prezioso contributo culturale attraverso il racconto della storia delle frazioni della Val Canera e di Sant’Elia. Un momento di approfondimento che ha arricchito l’incontro, rafforzando il legame tra memoria, territorio e identità locale.
Nel corso della serata si è tornati a parlare delle panchine artistiche, ormai riconosciute come simboli di identità, appartenenza e cura del bene comune. È stato annunciato che a breve verranno inaugurate nuove panchine, la prossima a San Giovanni Reatino, che andranno ad ampliare ulteriormente la rete già esistente, contribuendo a rendere visibile e condiviso il racconto delle nostre frazioni. Un ringraziamento sincero va anche all’assessore alle Frazioni e alla Manutenzione del Comune di Rieti, Fabio Nobili, promotore dell’iniziativa e costante punto di riferimento di questo percorso, che unisce attenzione concreta al territorio e visione di lungo periodo.
La serata ha confermato inoltre come il progetto stia suscitando un interesse crescente: altre realtà associative stanno aderendo e aggregandosi all’iniziativa, segno di una rete che si allarga e di una comunità che riconosce il valore della collaborazione e del lavoro condiviso. La strada intrapresa non si ferma. Dopo gli incontri e le progettualità, anche la convivialità diventa parte integrante di un cammino che mette al centro le persone, i luoghi e le storie che li abitano. Costruire comunità significa anche questo: riconoscersi, condividere e continuare insieme.

















