Un poliziotto penitenziario di Rieti: “Alla Festa del 2 giugno nessun nostro rappresentante”

Di seguito riportiamo integralmente la lettera inviata alla redazione di Rietinvetrina.it da un poliziotto penitenziario di Rieti:

<<Mi sento in dovere di comunicare lo stato d’animo di una buona parte dei poliziotti penitenziari, i quali prestano servizio al carcere di Vazia, in quanto dopo la rivolta messa in atto dai detenuti, che ha portato ad ingenti danni alla struttura, noi non abbiamo mollato e abbiamo continuato a lavorare in un cantiere a cielo aperto, in mezzo alla fuliggine, con fabbri, elettricisti e altre figure per il ripristino, senza lamentarci.

Poi è arrivata la pandemia e nonostante le preoccupazioni di un contagio e l’enorme tensione che si respirava all’interno dell’istituto, non abbiamo mollato. Dopo aver visto la rappresentanza delle Forze dell’Ordine e ascoltato il messaggio del Presidente della Repubblica, in occasione del 2 giugno, letto da sua eccellenza il Prefetto, rivolto agli uomini e alle donne che indossano una divisa, non ho visto nessuno che rappresentasse la Polizia Penitenziaria. Per questo ho sentito un vuoto allo stomaco e come me tanti altri colleghi, ma penso un po’ tutti, considerati i sacrifici effettuati in questi mesi e vista la mancata considerazione di un sacrificio, dovere, sovraccaricato da tensioni e momenti di violenza e vandalismo.

Abbiamo lavorato fino a 16 ore al giorno, in un ambiente ostile e questo ci ha distrutto l’autostima, togliendoci anche l’entusiasmo di alzarci al mattino e andare a svolgere il nostro dovere con il sorriso sul viso. Non so il motivo per cui non eravamo presenti, certamente ci sarà stata una mancanza, chiedo scusa alle altre Forze dell’Ordine, ai militari e al Prefetto. Attualmente la divisa che indosso è diventata pesante come un macigno e non viene considerata e amata da chi dovrebbe, ma questi ultimi, considerano gli uomini e le donne che la indossano, solo dei numeri.

Ringrazio tutta la città che ha “vissuto” con noi i momenti della rivolta, dandoci una pacca simbolica sulle spalle e supportandoci con un “non mollate, forza ragazzi!” ed infine ringrazio tutte le Forze dell’Ordine che ci hanno supportato.>>