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sabato 13 Settembre 2025
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“Tu che scendi dalle stelle” il 4 gennaio su Rai 3 musica e storie per raccontare il presepe

Betlemme, Greccio e Scala: tre luoghi legati alle origini e alla storia del presepe saranno i protagonisti di un programma televisivo condotto da Simona Vanni e padre Enzo Fortunato. A Betlemme è nata la tradizione e la speranza cristiana; Greccio, nel Lazio, dove San Francesco d’Assisi ha inventato il presepe nel 1223; a Scala, il paese più antico della Costiera Amalfitana, dove Sant’Alfonso Maria de’ Liguori trovò ispirazione per la composizione di Tu scendi dalle Stelle, uno dei più celebri canti del Natale.

Insieme ai conduttori, ad accompagnare i telespettatori in questo viaggio saranno il vescovo Domenico Pompili, i cantanti Al Bano e Giovanni Caccamo, il violoncellista Hauser e il sociologo Domenico De Masi. Un racconto a più voci che martedì 4 gennaio alle 15.25 su Rai 3 andrà a ripercorrere la storia di uno dei simboli centrali della cristianità e di una tradizione importante al punto da essere sottolineata da papa Francesco con la Lettera Apostolica Admirabile signum sul significato e il valore del presepe.

Si partirà dal luogo in cui tutto ebbe inizio, la grotta della natività di Betlemme, per poi giungere al borgo gemello di Greccio e passando dagli affreschi della Basilica Superiore di Assisi arrivare a Scala, dove Tu scendi dalle stelle vibrerà sulle corde del violoncello di Hauser.

Tradizione e musica con uno sguardo attento al significato dell’invenzione di san Francesco, che nel presepe rintraccia il segno dell’unione tra il cielo e la terra, il punto di contatto tra Dio e l’esperienza umana. È la dimensione che apre a quella speranza cristiana che emerge a dispetto delle circostanze poco favorevoli. «Alla notte buia fa riscontro, improvvisamente, la luce che proviene dalla grotta», spiega mond Pompili: «Si tratta di un contrasto presente nella vita di ognuno di noi, fatta di momenti luminosi ma anche bui, in cui sembra di essersi persi. Tale contrapposizione evidenzia la drammaticità e la bellezza della nostra esistenza».

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