SEI TU IL REPORTER – “Al Pronto Soccorso di Rieti costretto a chiamare i Carabinieri e dopo ore a portare via mia madre”

Per la rubrica di Rietinvetrina dedicata alle segnalazioni dei cittadini, SEI TU IL REPORTER, ci scrive Armando:

“Sono Armando, martedi 26 settembre 2023 mia madre Laura, residente a Passo Corese, è caduta accidentalmente in casa provocandosi la frattura del femore. Quanto descritto è accaduto circa a metà pomeriggio e chiamato il 118 da parte della badante, questi l’hanno trasferita presso l’ospedale di Rieti.

Vivendo a Roma (zona Garbatella) ed avendo un’attività commerciale, alla notizia di quanto accaduto, ho raggiunto mia madre nel minor tempo possibile, recandomi quindi al Pronto Soccorso di Rieti attorno alle 21.

Non potendo muovermi subito, ho cercato dapprima di mettermi in contatto con i sanitari di Rieti ma già qui la prima criticità, il Pronto Soccorso non ha un numero diretto e il personale della portineria non sapeva darmi notizie.

Una volta raggiunto l’ospedale, già angosciato dal non sapere le sue condizioni, al Pronto Soccorso in prima istanza non mi hanno permesso di entrare e non mi hanno fatto parlare con un medico. Arrabbiato mi sono visto costretto nel chiamare le forze dell’ordine (Carabinieri) e solo al loro arrivo mi è stato concesso di entrare per vederla.

Una volta entrato ho trovato mia madre in condizioni impietose, dolorante, assistita in malo modo (vedi foto che allego), spaventata e in pieno stato confusionale.

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Mantenendo la calma ho chiesto spiegazioni su quanto fatto, ma nessuno sapeva darmi risposte perchè il personale sanitario aveva da poco cambiato turno. A questo punto preso da un mix di rabbia e angoscia, inquadrata chi fosse la Dottoressa che avesse preso in carico mia madre, ho chiesto delucidazioni.

Visibilmente spaesata, ha abbozzato qualche spiegazione non “propiamente lineare parlando di trauma cranico” e ha cercato quindi di rassicurarmi in qualche modo dicendomi che l’avrebbero mandata subito a fare una TAC alla testa (erano già passate svariate ore dal suo arrivo) cosa che mi ha mandato quasi in delirio perchè prendevo coscienza solo li che mia madre non era stata nemmeno visitata. Iinfatti sono stato io stesso a far comprendere che il dolore era sulla gamba e che la testa non aveva subito nulla di rilevante. Solo a quel punto hanno mandato mia madre a fare degli RX alla gamba e non più la TAC.

Questi sono durati molto e sentivo da fuori mia madre strillare dal dolore. Una volta uscita ho chiesto cosa fosse successo e l’operatrice adetta alle radiografie, scusandosi mi ha detto con un volto molto sconsolato, di aver trovato molta difficoltà nel fargli delle immagini decenti perchè non hanno macchine dedicate al Pronto Soccorso da più di due anni! Capito bene due anni!!!

Gettando l’occhio dentro le stanze della radiologia ho visto in effetti spazi tanto ristretti, grandi macchinari fissi vecchi e spenti e altri mobili (con i quali hanno fatto le lastre presumo), quasi da campo oserei dire! A questo punto, una volta certificata la frattura, la Dottoressa che assistiva mia madre (erano le 5 di notte circa) mi ha detto che gli ortopedici l’avrebbero visitata solo il giorno dopo. Perplesso, schifato da cosi tanto degrado e capendo che in quell’ospedale non avrei tirato fuori un ragno dal buco, ho preso iniziativa, ho chiamato un’ambulanza privata e ho portato via mia madre. Una testimonianza la mia doverosa nei riguardi dei cittadini di Rieti. Grazie” – conclude A.B. lettore di Rietinvetrina.