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lunedì 15 Settembre 2025
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Rieti Virtuosa, Regia stazione Nazareno Strampelli: politici inconcludenti

Sono tutti bravi a fare annunci, ad enunciare amicizie “che contano”, ma poi alla “resa dei conti” dimostrano solo di essere in grado di farsi sfilare, con tempi lunghi è vero (così la gente manco riesce a seguirli negli anni nelle loro acrobazie), le vere eccellenze territoriali magari preferendo “scimmiottare” quelle di altri, con risultati ovvi: la mediocrità e il declino territoriale.
E’ il caso della Regia stazione di Granicoltura Nazareno Strampelli, un luogo che oltre ad avere una potenza evocativa enorme legata alla storica figura dell’insigne genetista che a Rieti compì la maggior parte dei suoi studi sul grano, invita a guardare al futuro. Sì’ perché è in questa direzione, quella agricola, che bisogna andare, anche se con gli occhi della modernità, e lo testimonia l’affacciarsi sul nostro territorio di una nuova generazione di imprenditori agricoli multifunzionali, spesso con un ottimo livello culturale e interessanti capacità progettuali. Una generazione pronta anche a confrontarsi con un mercato in crescita di consumatori attenti e consapevoli, come quelli che popolano i gruppi di acquisto solidale (reatini e non) od i mercati di filiera corta (si pensi al MAKO).
Turismo, museo, sì, quindi, ma anche ed in contemporanea studio, ricerca, innovazione, università. Si pensi al nuovo corso di laurea in Scienze della Montagna che è stato presentato in queste ore. Non potrebbe essere localizzato lì? Ma questa è solo un’ipotesi che si aggiungerebbe a quelle snocciolate nei mesi dai nostri individualisti politici, prodighi tutti di annunci slegati l’uno dall’altro, mai con l’intenzione di raggiungere un risultato condiviso. Almeno questo è il risultato al momento attuale. E intanto la Regia Stazione di Granicoltura Nazareno Strampelli – frenata solo dalle “sveglie” date periodicamente dall’instancabile Comitato cittadino “Strampelli” e da alcune iniziative come quelle del Fai o del direttore dell’Archivio di Stato Roberto Lorenzetti – scivola sempre più nell’oblio, pronta a sparire dalla nostra memoria, ma anche dal nostro futuro.

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