Rieti, finti lavori per il Superbonus: tre persone denunciate e beni sequestrati per 380mila euro

La Guardia di Finanza di Rieti, su incarico della locale Procura della Repubblica, ha scoperto una truffa legata al Superbonus 110%, che ha portato al sequestro di beni per circa 380 mila euro. Le indagini, svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, hanno accertato che una società edile aveva ricevuto crediti fiscali per lavori di ristrutturazione mai eseguiti, grazie all’utilizzo di documenti falsi e fatture per operazioni inesistenti, nonché mediante comunicazioni ingannevoli dirette all’Agenzia delle Entrate. In particolare, venivano presentati falsi stati di avanzamento dei lavori, e per ogni intervento si dichiarava il completamento di una prima parte dei lavori, che in realtà non erano mai iniziati.

A beneficiare della truffa sono stati una società del settore edile, il suo amministratore e due tecnici professionisti, coinvolti nella preparazione delle false certificazioni. Grazie a queste pratiche, la società aveva ottenuto crediti d’imposta per un totale di 753 mila euro, di cui 380 mila euro risultati totalmente fittizi. Su richiesta della Procura della Repubblica, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Rieti ha disposto il sequestro dei beni per un valore pari all’importo indebitamente ottenuto. Le Fiamme Gialle hanno quindi sequestrato:

  • tre immobili situati a Fiano Romano e Fara in Sabina dal valore stimato 245.000 euro;
  • un’autovettura di grossa cilindrata;
  • la somma di 94.670 euro detenuta dagli indagati sui conti correnti.

L’intervento ha permesso di recuperare integralmente il danno economico causato allo Stato. L’attività conferma l’impegno della Guardia di Finanza nel contrastare gli abusi legati ai bonus edilizi e nel difendere le risorse pubbliche destinate a famiglie e imprese in regola. Si precisa che le persone coinvolte sono, allo stato, sottoposte ad indagini preliminari e si presumono innocenti fino a sentenza definitiva di condanna, ai sensi dell’art. 27, comma 2, della Costituzione e dell’art. 115-bis c.p.p.