O Dio, in cui non c’è oscurità o tenebra, Tu sei luce piena ma sempre gentile,
la tua Parola c’insegna che c’è un tempo per tacere e un tempo per parlare (Qo.3,7).
Al termine di questa fiaccolata silenziosa,
ora, a nome di tutti, mi permetto di parlarti
con parole semplici,
non per rovinare il silenzio,
ma per custodirlo.
Voglio chiederti, Signore,
di far nascere tra noi gesti nuovi per imparare a stare insieme.
Stiamo smarrendo la grammatica dell’umano e le prove all’ingrosso e al dettaglio sono sotto gli occhi.
Voglio presentarti i sentimenti di tutti, nessuno escluso,
senza lasciare nessuno indietro.
Solo quando noi, uomini e donne, figlie e figli tuoi,
apriamo il nostro cuore a te,
tu puoi mettervi pace.
E ne abbiamo davvero tanto bisogno in questo tempo segnato dall’odio.
Anche qui abbiamo bisogno di pace.
Signore della vita e della pace,
con la preghiera che iI tuo Figlio e fratello nostro, Gesù,
ci ha lasciato come modello di ogni preghiera,
abbiamo imparato a chiamarti Padre nostro.
E Padre ti chiedo di farti sentire,
soprattutto in questo momento di dolore, di notte.
Sii Padre che accoglie nella tua luce senza tramonto l’anima di Raffaele,
ucciso mentre faceva il suo lavoro. Accoglilo, ti preghiamo, nel tuo abbraccio paterno.
Sii Padre di consolazione per la sua famiglia, i suoi amici,
per quanti lo attendevano e condividevano con lui fatiche, progetti, desideri e speranze ormai spezzate.
Sii Padre di luce, di verità e di misericordia anche per quanti confondono i valori dello sport
con l’inganno della violenza,
per coloro che non hanno capito che la vita è dono prezioso e impareggiabile e che ogni cosa al suo confronto è nulla.
Sii Padre che perdona anche per noi,
che non abbiamo saputo insegnare in modo convincente
che la vita, la nostra e quella degli altri, di tutti gli altri,
merita il massimo rispetto, sempre e dovunque.
Sii Padre paziente con la nostra umanità, spesso superficiale, distratta, rabbiosa, mediocre,
che non sa vedere il disagio dietro le apparenze.
Sii, o Signore, Padre di speranza per tutti.
Donaci l’umiltà di riconoscere i nostri errori,
il coraggio di imparare da essi,
il desiderio di non ripeterli.
Fa’ che nessuno di noi alzi più la mano contro suo fratello, mai più la violenza di ogni tipo, quella che uccide ma anche quella che non uccide ma ferisce e fa male comunque e che spesso usiamo nello sguardo, in ciò che diciamo, in ciò che scriviamo e prima ancora nel cuore.
Fa’ che non voltiamo subito pagina per tornare a pensare ad altro, in nome di una falsa tranquillità che ci tiene inerti e disimpegnati verso gli altri, verso i nostri territori, verso la cosa pubblica, verso i più fragili, verso il futuro. E che l’assurda e ingiusta morte di Raffaele porti un frutto, nel cambiamento di ciascuno e per il bene di tutti.
E per questo, Padre nostro,
non stancarti di ricordarci che tutti dobbiamo farci carico di tutti,
perché ciascuno di noi può diventare vittima o aggressore. Nessuno può prendersi il lusso di rimanere in panchina a guardare come vanno a finire le cose.
Padre che sei nei cieli, perdonaci se quaggiù stiamo sbagliando la vita,
aiutaci a ritrovare la via della vita, del dialogo, del confronto rispettoso,
dello sguardo onesto sulle persone e sulle cose.
Abbiamo bisogno di compagni di viaggio che ci aiutino in questo ma rendici anche capaci di esserlo per quanti ci sono accanto e da lì verso tutti, fosse anche verso Caino!
Non permettere che trasformiamo questo spazio bello che ci doni di abitare, la Valle santa, in un deserto. Non sia mai! Donaci la virtù della mitezza perché nella partita della vita vince solo chi ama di più, non altri! Donaci di guardare e ascoltare soprattutto nel volto dei bimbi e dei ragazzi lo smarrimento che i nostri gesti producono. Ti chiediamo perdono Signore se li stiamo illudendo e deludendo…
Proprio i loro occhi invocano un nuovo impegno, un nuovo inizio. Benedici soprattutto le famiglie perché non si scoraggino ma che sappiano anche chiedere aiuto quando fanno più fatica…
Concludendo, da qui, da questo centro geografico della Valle francescana reatina, che sogniamo come Officina di Pace, ti innalziamo una parte della cosiddetta “Preghiera di san Francesco” (composta in epoca moderna) e nella quale si ritrovano uomini e donne che pur conoscendo la forza del male ad essa non si vogliono sottomettere sapendo che la vita nonostante tutto avrà la meglio. Sia anche la nostra preghiera, non solo questa sera:
“Signore, fa di me uno strumento della tua pace:
dove è odio, fa ch’io porti amore,
dove è offesa, ch’io porti il perdono,
dove è discordia, ch’io porti la fede,
dove è l’errore, ch’io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch’io porti la speranza.
Dove è tristezza, ch’io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch’io porti la luce…” Amen! Così sia!
Vito Piccinonna Vescovo di Rieti

















