“Lo ammetto. Augurare Buon Anno mi resta difficile. Quasi fosse una presa in giro nei confronti dei tanti reatini che in queste ore guardando al 2011 con gli occhi lucidi e una gran pena nel cuore.
Lavoratori licenziati dal proprio posto di lavoro, anziani sull’orlo del baratro oltre il quale si precipita nella povertà più nera, intere famiglie distrutte, poiché a quest’ultime non è più concesso neanche sperare, guardare al futuro con rinnovata serenità.
Ciò, ha determinato, anche a Rieti, un progressivo ispessimento dei livelli di povertà, tanto che nelle settimane scorse la Caritas diocesana, ha fotografato una situazione allarmante, che vede un aumento delle richieste ai propri sportelli addirittura del 25%.
Un dato, quest’ultimo, che traccia una linea di demarcazione netta tra le chiacchiere a cui ci ha abituati la politica locale e i problemi reali a cui sono costretti ogni giorni i reatini.
La provincia di Rieti grida vendetta contro certa politica inconcludente che ha fatto dell’immobilismo il proprio credo. Per i problemi a cui è da sempre destinata: Disoccupazione, inoccupazione, infrastrutture da terzo mondo, compressione del tessuto produttivo, difesa del territorio allo sbando, potenzialità economiche non valorizzate, visione miope del futuro legata a stereotipi del passato.
Cambiare è possibile ma bisogna crederci fino in fondo. Nelle relazioni sindacali, visto che in atto c’è un cambiamento che non vede purtroppo tutte le O.O.S.S in linea rispetto ai nuovi scenari che si stanno prefigurando. Nella politica locale, che auspichiamo torni, con una presa di coscienza e un atto d’orgoglio, ad aprirsi ai problemi dei cittadini della provincia di Rieti.
E’ per questo che forse, più che un Buon Anno mi sento di formulare, a tutti i reatini, un caloroso in bocca al lupo per la nuova sfida che ci attende”.