NOME sull’indagine ISTAT che certifica il Lazio “Regione più diseguale”

L’indagine su reddito e condizioni di vita condotta dall’ISTAT, (consultabile http://dati.istat.it/Index.aspx?QueryId=4836) certifica il Lazio terza Regione più “diseguale” in Italia, subito sotto la Sicilia. Addirittura peggiore, a livello europeo, di Grecia e Romania.

In questa indagine, che riporta dati sulla vita reale delle persone, trovano riscontro i punti che NOME Officina Politica ha evidenziato in diverse occasioni: lo squilibrio di servizi e il drenaggio di risorse umane, fiscali e “fisiche” a beneficio di Roma. Tutto questo sta provocando il tracollo della rete appenninica laziale, e rappresenta un trend in esplosione negli ultimi anni.

Si tratta di un fenomeno palese: ultimamente, l’articolo “Le tante Italie della disuguaglianza”, de laVoce.info, cita: “Non c’è più solo lo storico divario Nord-Sud Italia. Ora emerge anche quello tra Est e Ovest. Perché la crisi ha accentuato le disuguaglianze nelle regioni più fragili, (…………). E il Lazio è un caso emblematico.” (https://www.lavoce.info/archives/63028/le-tante-italie-della-diseguaglianza/)

La criticità fondamentale è il modello che ci tiene legati a Roma. E’ una questione che accomuna Rieti ad altre province del Lazio, in particolare Viterbo e Frosinone. Un sistema regionale mal concepito, e male realizzato.

E’ ormai ineluttabile una organica riflessione sull’assetto regionale che dal 1970 continua a creare danni: un male che fino a qualche decennio fa si poteva nascondere sotto la coperta del debito pubblico e delle elargizioni a pioggia, slegate da una visione di sviluppo, ma oggi presenta il conto.

NOME Officina Politica lo ha evidenziato: le difficoltà sulla sanità, sulle infrastrutture, sui trasporti, sono solo tasselli di un problema complessivo, di cui occorre prendere coscienza al di sopra della polemica e della propaganda politica.

Occorre riconoscere diversi approcci di gestione tra le aree interne e le grandi aree urbane, ed occorre il superamento della “semplice” dicotomia Nord-Sud, per una più puntuale descrizione socioeconomica dei territori, e conseguente azione politica. E’ una necessità non solo per Rieti, ma per il futuro e la tenuta sociale ed economica dell’Italia.

E’ indispensabile che le iniziative embrionali sul tema delle “disuguaglianze”, già presenti nel Parlamento, assumano il necessario rilievo nell’agenda politica nazionale (non solo locale, ma sicuramente a partire da essa), e si possa avviare una discussione seria ed organica di revisione dell’assetto regionale, nel tempo che durerà questa legislatura e che possa proseguire e concretizzarsi oltre il termine. Per questo motivo, queste riflessioni vengono inviate ai rappresentanti, a vario titolo, espressi dal nostro territorio o che operano in esso: Fabio Melilli, Paolo Trancassini, Alessandro Fusacchia, Gabriele Lorenzoni, Umberto Fusco.

Tempi lunghi. E nel frattempo?

Si riconoscano finalmente quelle 3-4 battaglie fondamentali per il territorio, concentrando su di esse tutte le forze politiche; si esca dalla retorica che si solleva periodicamente contro la “spoliazione del territorio” solo quando si parla di poltrone e spazi di sottogoverno, e piuttosto si sollevi in maniera unitaria la protesta unita all’azione, quando si parla di servizi; si apra una stagione che sappia chiedere conto e sappia valutare nel concreto l’attività dei responsabili dei vari “servizi” affidati, e sugli effetti del loro operato, a partire, per stare alla cronaca recente, da Vincenzo Regnini e Andrea Ferroni, e a quanti sono e verranno a prendere il loro posto.