Modifica statuto ASM. Sindacati CGIL e UIL: “NO a false rappresentanze dei lavoratori”

“CGIL e UIL esprimono con fermezza la propria contrarietà alla recente modifica dello statuto della municipalizzata reatina ASM, che prevede, la possibilità, di ampliamento del Consiglio di Amministrazione da tre a cinque membri, introducendo un componente in rappresentanza dei lavoratori.

Una scelta che, seppur presentata come un segno di partecipazione e coinvolgimento, cela in realtà una forzatura istituzionale e una scorciatoia dannosa per la reale rappresentanza sindacale. Tale decisione, si pone in netta violazione degli impegni assunti con le Organizzazioni Sindacali nel tavolo permanente di ASM, che prevedeva la concertazione su ogni passaggio relativo alla ripubblicizzazione della Società e all’affidamento dei servizi pubblici, ma così non è stato per le modifiche statutarie, oggetto in vero di una discussione ma fatta ormai due anni orsono in consiglio comunale a colpi di maggioranza.

A conferma della delicatezza e della complessità del tema, evidenziamo il fatto che il Governo non ha approvato, nell’ultimo provvedimento di merito, la norma nazionale sulla partecipazione dei lavoratori alla governance delle aziende, rinviando di fatto una discussione seria e strutturata su un tema che merita il massimo coinvolgimento delle parti sociali. Questo rende ancora più inspiegabile e isolata l’iniziativa portata avanti a livello locale, senza un quadro normativo nazionale chiaro e condiviso. CGIL e UIL non condividono questa “anomalia reatina” che, nel panorama nazionale, rappresenta un unicum pericoloso, lesivo dei diritti sindacali e degli interessi economici dei cittadini.

Il nuovo modello di governance, oltre ad appesantire inutilmente i costi a carico della collettività che attraverso le tariffe come la TARI gravano sul contribuente, rischia di svilire il ruolo del “lavoratore eletto”, che si troverebbe da solo, uno contro quattro, all’interno del CdA, quindi privo di potere decisionale reale oltre che vincolato al segreto industriale, impossibilitato a riferire ai colleghi su scelte strategiche e gestionali e di conseguenza del tutto inutile.

“Chi rappresenterebbe davvero il lavoratore?” – si chiedono CGIL e UIL – “Un delegato in
minoranza, isolato, esposto a condizionamenti, e costretto a tornare al proprio ruolo di dipendente una volta concluso il mandato?”. Si rischia così di trasformare un dipendente in un mero “consigliere simbolico”, oggetto di pressioni e dinamiche politiche, piuttosto che come si vuol far credere un attore a pieno titolo delle decisioni aziendali. In conclusione non crediamo che il salto nel buio che si sta tentando di fare per mettersi una stelletta, di cui francamente non si capisce la necessità, sia in favore dei lavoratori, ma sembrerebbe piuttosto il sistema individuato per consolidare dinamiche di potere interne ad ASM.

CGIL e UIL ribadiscono che non parteciperanno a questa logica di spartizione delle poltrone, e qualora si ravvisassero profili di illegittimità o violazioni degli accordi sindacali, non escludono il ricorso a qualunque azione necessaria a tutelare anche con azioni legali, o in sede amministrativa l’interesse dei lavoratori e della collettività. La rappresentanza dei lavoratori non si improvvisa e non può essere usata come strumento di facciata per mascherare scelte politiche o peggio ancora per la costruzione di stipendifici politici sindacali”. Così nella nota CDLT CGIL UIL