“Amatrice e i Comuni limitrofi rischiano seriamente di perdere un finanziamento cruciale di €3,5 milioni di euro, destinato alla scheda CIS (Contratti Istituzionali di Sviluppo) del progetto Biodistretto Terraviva. Questa è la diretta conseguenza dell’inerzia e della totale incapacità amministrativa della Giunta Cortellesi che, a quattro anni dall’ottenimento dei fondi, non è riuscita ad avviare il progetto. L’annuncio clamoroso di questi giorni, che riguarda l’uscita del Comune di Amatrice dal Biodistretto, non è una decisione strategica, ma la drammatica ammissione del fallimento di un’opportunità vitale per la rinascita economica e territoriale post-sisma.
Il finanziamento, ottenuto nel 2021 (anche grazie all’impegno della nostra precedente amministrazione), era volto a sostenere lo sviluppo agroalimentare e ambientale dell’area. Siamo a poco più di un anno dalla scadenza dei termini (31/12/2026) e l’unica azione concreta dell’attuale amministrazione è il ritiro dal progetto. A distanza di quasi quattro anni, l’amministrazione non ha prodotto alcun risultato tangibile sull’attuazione del progetto, penalizzando non solo Amatrice, ma l’intero comprensorio. Già lo scorso anno, con un’interrogazione consiliare, avevamo sollevato seri dubbi sullo stato di attuazione. Il Sindaco, in risposta del 07/04/2025, dichiarava che il progetto era “in corso di affidamento”.
“Come si concilia questa dichiarazione con l’attuale annuncio di abbandono? Un intero anno è stato sprecato, passando da un presunto affidamento alla completa rinuncia. L’uscita dal Biodistretto è in realtà la chiara ammissione di un ritardo incolmabile dovuto alla pura incapacità di amministrare e di gestire fondi complessi.”
L’amministrazione in carica tenta di mascherare il fallimento annunciando che lavorerà per “avviare altri processi e individuare nuovi strumenti operativi”. È fondamentale chiarire che questi €3,5 milioni di euro erano vincolati esclusivamente al Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) e alla scheda specifica del Biodistretto Terraviva. Ritirarsi dal progetto significa, di fatto, rinunciare definitivamente a questi fondi. Non è possibile reimpiegare o dirottare queste risorse su altri processi o strumenti alternativi, dato che il finanziamento prevedeva espressamente l’attuazione tramite il Biodistretto. La conseguenza è una sola: la perdita totale di un’opportunità cruciale per il futuro della nostra gente. Questo dietrofront rappresenta il modus operandi che sta caratterizzando questa amministrazione: incapacità di gestire progetti complessi, anche quando il Comune è soggetto beneficiario e l’USR (Ufficio Speciale per la Ricostruzione) è l’attuatore. In ogni tema affrontato non c’è una linearità. Assistiamo a dichiarazioni compulsive e prive di fondamento che esprimono chiaramente la mancanza di un nocchiero al timone. Si passa da annunci superficiali (‘in corso di affidamento’) a plateali ritiri (‘uscita dal Biodistretto’), con il rischio concreto di perdere risorse fondamentali per il futuro della nostra gente.” Così nella nota il Gruppo di Minoranza















