“Il 43% degli studenti ha scelto di cimentarsi con la traccia sul rispetto nella prima prova scritta dell’Esame di Stato 2025. Un dato che non può lasciarci indifferenti, soprattutto per chi, come noi, ha fatto della parola Rispetto non solo lo slogan del proprio Congresso nel 2022 ma anche del proprio impegno sindacale in questi ultimi anni. La predilezione condivisa per questa traccia da parte degli studenti è un segnale forte: le ragazze e i ragazzi sentono che la parola rispetto ha bisogno di essere riempita nuovamente di significato. E vogliono farlo loro, in prima persona.
Rispetto non è una semplice parola, perché sarebbe molto riduttivo. E’ invece, un importante principio di vita; è un valore su cui dovrebbe basarsi qualsiasi relazione umana. Lo ricorda bene il filosofo Roberto Mordacci, che nel suo saggio Rispetto invita a non considerare questo termine come una formula di cortesia ma come il fondamento stesso di un’etica pubblica. “Non possiamo fare ciò che ci pare con ciò che merita rispetto”, scrive. E in quelle parole si coglie tutta la tensione morale che abita il nostro tempo: la necessità di riconoscere nell’altro – chiunque esso sia – un valore che eccede la nostra volontà.
Che le studentesse e gli studenti abbiano sentito il bisogno di riflettere proprio su questo tema è motivo di speranza. Significa che, in mezzo alla complessità del presente, si cerca ancora il senso delle relazioni umane, la base per costruire convivenza, ascolto, giustizia.Educare al rispetto, oggi, vuol dire promuovere uno sguardo capace di riconoscere la differenza senza gerarchie, di contrastare stereotipi e pregiudizi che alimentano disuguaglianze e violenza, di costruire una cittadinanza piena a partire dalla scuola, dalla cultura, dall’inclusione. Affrontare con bambini, bambine e adolescenti i temi dell’educazione al rispetto, fornendo la possibilità di sperimentare un ambiente accogliente e non giudicante, consente loro di costruire relazioni basate non su stereotipi ma su criteri di libertà e responsabilità nel rapporto con gli altri, per una società accogliente, inclusiva e non violenta. È un processo lungo, faticoso, quotidiano che parte anche dalle parole. Ma oggi possiamo dire che quel processo è anche condiviso, sentito, voluto. Le ragazze e i ragazzi lo hanno scritto nero su bianco, su un foglio d’esame. Hanno scelto il rispetto. E con questo gesto, in un certo senso, hanno manifestato il desiderio di un futuro migliore.” Così nella nota Giuseppe D’Aprile, Segretario generale UIL Scuola RUA