Lisciano festeggia la Madonna del Soccorso

Celebrazione liturgica all’aperto, complice il pomeriggio mite e soleggiato, a Lisciano, per la festa in onore di Santa Maria del Soccorso. Fedeli ordinati e rispettosi delle regole per il distanziamento fisico hanno seguito la Santa Messa presieduta dal vescovo Domenico e concelebrata dal parroco don Zdenek, da monsignor Gottardo Patacchiola, con don Jean Luis e padre Luigi Faraglia.

Una giornata particolare eppur vissuta con un’intensità forse maggiore, proprio a causa delle privazioni degli ultimi mesi.

Paolo si recò da loro e, poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì in casa loro e lavorava.

«Giunto a Corinto, l’Apostolo conosce Aquila e sua moglie Priscilla, giudei del Ponto già viventi a Roma, ma riparati nella città greca perché espulsi dall’imperatore Claudio. Paolo si unisce a loro e condivide il lavoro di fabbricanti di tende, il tetto e il cibo», dice il vescovo Domenico nell’omelia.

«Non è senza significato che prima dell’annuncio, Paolo viva la sua condizione laicale nella forma di un lavoro manuale e tragga da questo il sostentamento per vivere. A differenza dei greci, per i quali il lavoro era una cosa da schiavi per il cristianesimo non esistono lavori più nobili e lavori meno nobili. Anche oggi c’è una discriminazione sulla base prevalentemente economica. Per cui i lavori sono più o meno importanti a seconda di quello che si percepisce. Accade però che il prezzo venga determinato dal mercato e non dall’oggettivo rilievo della prestazione. Un calciatore guadagna enormemente di più di un chirurgo! Eppure nessuno si scandalizza perché il lavoro vale per quello che è pagato e non per quello che realizza».

Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei Greci… testimoniando che Gesù è il Cristo.

«Quando arrivano i rinforzi, grazie a Sila e Timoteo, Paolo si concentra sull’evangelizzazione che lo porta a sperimentare il rifiuto della sinagoga e l’accoglienza dei pagani. Ciò più che produrre una crisi apre alla realtà più ampia dei pagani e quindi allarga l’azione della Parola. Ogni momento di crisi e di rifiuto può essere la premessa per una nuova stagione dove aprirsi al nuovo con creatività e con la forza delle relazioni. Penso sia questo ciò che ci viene chiesto dalla pandemia».

Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza di cambierà in gioia.

«Le parole del Maestro mentre sta per congedarsi dai suoi suonano sempre un po’ misteriose. Ma una cosa appare ora più chiara: il sottrarsi fisico del Maestro non diminuisce, ma amplifica la sua compagnia, grazie al dono del suo Spirito. E’ questa l’esperienza fatta da sua Madre che per questo è da noi invocata come Santa Maria del Soccorso perché mai fa venire meno il suo aiuto. Vogliamo star dietro a Lei e invocare il suo soccorso per questi giorni difficili».

Al termine della celebrazione, una piccola festicciola conviviale per ritrovarsi insieme e sorridere di fronte a volti amici, pur coperti per metà dalle mascherine. Piccoli disagi, norme alle quali ci abitueremo velocemente: poca cosa in confronto alla voglia di rivedersi, nulla in confronto a quanto accaduto.

FONTE: Frontierarieti.com