“Le prime notizie riguardanti delle risorse disponibili per i rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego e del Comparto Istruzione e Ricerca sono molto deludenti. C’è ancora incertezza sull’ effettiva entità di quelle che verranno messe a disposizione anche se le stime contabili dicono che l’aumento medio non sarà superiore al 4% che, tradotto in termini pratici equivale a meno di 100 euro lordi medi compresa l’indennità di vacanza contrattuale già erogata.
Questo è quanto prevede il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale sottoscritto il 10 marzo scorso.Un contratto scaduto nel 2018 con stipendi lontani anni luce dall’ormai famoso adeguamento alla media europea.
Nel frattempo la situazione lavorativa è addirittura peggiorata, il personale della scuola viene sempre più caricato di compiti aggiuntivi e di connesse nuove responsabilità. Nonostante ciò, con abnegazione e grande spirito di sacrificio ha dimostrato di saper adattare la propria funzione ad ogni circostanza e nelle condizioni più drammatiche, impiegando tempi di lavoro non riconosciuti, non quantificabili e non remunerati. Per lo SNALS ora occorre dire basta!
Le ingenti risorse del PNRR se non direttamente utili ai fini contrattuali possono liberare risorse utili per assicurare stabilmente, attraverso un intervento strutturale sul PIL, retribuzioni dignitose, riconoscendo innanzitutto gli impegni che finora non sono stati tradotti nei contratti collettivi.
Senza adeguate assicurazioni sull’incremento delle risorse, lo SNALS-Confsal ritiene che non ci siano le condizioni per avviare alcuna trattativa per il rinnovo contrattuale prefigurando uno scontro con un Governo tecnico che sentiamo molto lontano”.






