Le “Città Invisibili” del Teatro Potlach tornano ad invadere il centro storico di Fara Sabina

Giunge al suo termine questa prima parte del FLIPT – Festival Laboratorio Interculturale di Pratiche Teatrali (FLIPT) organizzato dal Teatro Potlach, con la direzione artistica di Pino Di Buduo e la collaborazione dell’I.S.T.A. (Scuola Internazionale di Antropologia Teatrale) diretta da Eugenio Barba, con il sostegno della Regione Lazio e della Fondazione Varrone, e il patrocinio della Provincia di Rieti e del Comune di Fara Sabina.

Sabato 21 e domenica 22 giugno il centro storico di Fara Sabina sarà completamente trasformato in un grande palcoscenico vivente con lo spettacolo “Città Invisibili”. L’appuntamento è alle ore 21.00 con partenza del percorso artistico da Porta Romana a Fara Sabina, per uno spettacolo completamente gratuito. Lo spettacolo, nato nel 1991 proprio a Fara Sabina, ha poi girato tutto il mondo per un totale di 66 edizioni di “Città Invisibili”, realizzate in 48 diverse città di 16 paesi del mondo.

Collaborazione con il territorio

Ogni edizione è una creazione completamente nuova, realizzata in collaborazione con artisti e associazioni locali: culturali, sportive, sociali e artigianali, insieme all’ensemble del Teatro Potlach, composto da attori, architetti, antropologi, scenografi e ricercatori. In questa edizione saranno presenti anche 100 artisti internazionali che hanno animato nei giorni precedenti il FLIPT Festival, e che provengono da 18 paesi del mondo.

Trasformazione degli spazi urbani

Il progetto si sviluppa lungo un percorso di circa 600 metri, trasformando spazi interni ed esterni – chiese, torri, cantine, piazze – con installazioni artistiche, video-proiezioni spettacolari e scenografie digitali e aeree. La luce naturale delle strade viene sostituita da un’illuminazione suggestiva, che trasforma muri, fontane e palazzi in palcoscenici viventi.

Una città tra memoria e appartenenza

Attraverso un’attenta analisi antropologica e una ricerca storica e culturale, l’evento restituisce una città inedita, frutto della memoria collettiva e del vissuto dei suoi abitanti. Gli spettatori diventano viaggiatori-esploratori, trasformandosi in “archeologi della memoria” che riscoprono, metro dopo metro, il cuore pulsante di un luogo.

Contaminazione artistica e stupore

La contaminazione di generi artistici – musica, teatro, danza, videoarte e installazioni – crea un’esperienza immersiva, capace di risvegliare un profondo senso di appartenenza e meraviglia, dando nuova vita agli spazi e alle emozioni della città.

La degna conclusione di un percorso artistico interculturale e internazionale, che farà sognare grande e piccini e porterà alla riscoperta del bellissimo borgo di Fara Sabina, che sarà apprezzato in una veste del tutto nuova.