LA LUPA CARLINA CORRE ANCORA

Salvataggio lupa

Continua il monitoraggio della lupa Carlina, rilasciata sul monte Terminillo il 31 luglio scorso. A dircelo è il prof. Amici dell’Università della Tuscia che alla lupa ha applicato un radiocollare che permette di registrare i suoi spostamenti. Siamo contenti e fiduciosi – ci conferma il docente di gestione della fauna della sede universitaria di Cittaducale – la lupa da oltre quaranta giorni si muove nei monti reatini e mostra di conoscere il territorio e le sue insidie.

Ma soprattutto siamo contenti per la riuscita del intervento di recupero; ricordiamo infatti che la lupa era stata riabilitata nel Centro faunistico di Piano dell’Abatino, unico centro di recupero del reatino, e nuovamente immessa nel territorio grazie al Corpo Forestale dello Stato di Rieti che rappresenta un anello indispensabile per la conservazione dell’ambiente, e che la aveva raccolta esanime.

Mi dispiace soprattutto per i veri amanti della natura e della fauna – ci dice il prof. Amici quando gli chiediamo dettagli sulle localizzazioni di Carlina – ma queste notizie non sono divulgabili, troppi i rischi per l’animale che potrebbero derivare da chi teme questa specie, ma anche da presunti ambientalisti che ritengono uno sport andare a disturbare gli animali selvatici. Al momento posso solo dire che la scorsa settimana è tornata nell’oasi del Terminillo e di questo è stata informata l’amministrazione provinciale che gestisce l’oasi. Le finalità di questa attività sono principalmente lo studio della specie in relazione al territorio reatino, punto fondamentale per la conservazione della specie, ma anche le relazioni con le attività antropiche, innanzitutto la zootecnia. Non nascondiamoci dietro un dito, i tecnici e gli studiosi sanno bene che i carnivori sono attratti dal bestiame domestico, facile preda del lupo ma anche dei cani rinselvatichiti. Tale problematica aumenterà nel futuro e sarà necessario adottare dei mezzi di prevenzione da parte degli allevatori, proprio per evitare azioni cruente contro questi animali che rappresentano la vetta della rete alimentare.

Le attività inerenti Carlina sono attuate di concerto e con il supporto del CFS e stanno permettendo un utile tirocinio applicativo agli Studenti del corso SFN (Scienze e Tecnologie per la Conservazione delle Foreste e della Natura della sede universitaria di Cittaducale) che periodicamente sono coinvolti nei monitoraggi. Molta applicazione e professionalizzazione – ci conferma il coordinatore del corso di studi – inoltre è il primo, ed unico, corso forestale sviluppato per affrontare, con soluzioni efficaci, il problema della conservazione delle risorse naturali. Il corso, fornisce allo studente un’articolata preparazione nel settore della gestione ambientale.

In particolare è dedicato ai temi della conservazione della natura, alla prevenzione del degrado ed al restauro degli ambienti costieri, collinari e montani. Il principale obiettivo è il conseguimento di una spiccata capacità applicativa connessa alla esecuzione di progetti e lavori di ricostituzione boschiva, di ingegneria forestale per la protezione del suolo e delle sorgenti, per la sistemazione dei versanti e delle sponde fluviali, per la prevenzione e il contenimento dei processi di degradazione del territorio, quali la desertificazione e gli incendi boschivi e per la conservazione e gestione della fauna. Per chi vuole saperne di più l’appuntamento è per il 16 settembre presso la sede di Cittaducale; le porte saranno aperte alle visite di tutti gli interessati in occasione dell’OPEN DAY inaugurale.