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martedì 16 Settembre 2025
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La lettera di un lettore dopo un salvataggio: “Insegniamo a non abbandonare gli animali”

Di seguito la lettera inviataci da un lettore di Rietinvetrina che ci racconta il suo tentativo di salvataggio di alcuni cuccioli di cane purtroppo trovati abbandonati a Rieti:

“Venerdì 7 maggio, durante la consueta passeggiata delle 18:30 con la mia fidanzata e d il nostro immancabile cagnolino, che ci segue ovunque, nel tragitto di ritorno sulla ciclabile di via Votone sentiamo uno strano verso, pensiamo a un uccello acquatico lì del fiume, ma è più un lamento. Mi addentro nell’erba alta e subito l’amara sorpresa. Cuccioli di cane, hanno una settimana al più. Due sono già morti, il terzo piange. Ha il musetto e il naso insanguinati.

Lo volto appena e inizia a emettere un lamento ancor più forte, straziante. Come se non bastasse è zuppo e a rischio ipotermia, decido quindi di sacrificare il mio piumino smanicato. Iniziamo una serie di telefonate, aiutarlo è impossibile. Le associazioni volontari, anche loro sono al completo e le cucciolate da assistere troppe.

Secondo me le associazioni di volontari e il canile comunale fanno il possibile e anche di più. Non sono arrabbiato con loro perché non ci hanno potuto aiutare. Ce lo portiamo a casa e tentiamo il possibile, perché lasciarlo morire lì di stenti è da insensibili. Invece le uniche persone insensibili sono quelli che ancora oggi come “rimedio” chiudono le cucciolate in un sacchetto e le gettano via.

Dopo quanto vissuto il mio invito di sensibilizzazione voglio farlo ai ragazzi, alle bambine, ai giovani. Parlate ai vostri nonni, ai vostri amici e ai vostri genitori. Spiegate loro che un cagnolino non vive felice legato a una catena. Che buttare via dei cuccioli non è un comportamento né umano né animale. Nel secondo anno di pandemia, in cui il mondo piange le sue vittime come caduti in guerra e con i viaggi della speranza che portano con loro centinaia di morti in mare, l’esistenza di un cucciolo di cane deve essere un dono, non un peso. Insegniamo alle nuove generazioni a non crescere con i difetti e le miopia delle precedenti e puntiamo su loro per educare gli adulti che non hanno avuto la stessa fortuna. Purtroppo anche l’ultimo cucciolo, quello trovato da noi, è perito poche ore dopo”.

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