La Comunità montana Sabina non realizzerà più un centro di compostaggio

La Comunità montana Sabina rinuncia al contributo regionale concesso per la realizzazione di un centro di compostaggio che avrebbe dovuto essere realizzato a Salisano.

Gli amministratori di Configni, Vacone, Cottanello, Montasola, Casperia, Torri in Sabina, Montebuono, Roccantica, Poggio Catino, Poggio Mirteto, Mompeo e Salisano hanno preso questa decisione dopo che i consigli comunali di quest’ultimi due hanno manifestato la propria contrarietà al progetto. Sul tavolo, inoltre, la deliberazione della giunta dell’unione di comuni Bassa Sabina che invitava l’ente montano a modificare il progetto, installando delle compostiere di comunità nell’isola ecologica di Stimigliano. Così il consiglio dell’ente montano ha deliberato di rinunciare ai 920mila euro messi a disposizione dalla giunta Zingaretti. La quota di compartecipazione obbligatoria era rappresentata dall’edificio di cui è proprietaria la Comunità montana Sabina; venuta a mancare la quale, decadono i requisiti chiesti dalla Regione Lazio.

«Purtroppo sono venute meno le condizioni necessarie per realizzare il progetto. Non possiamo non tener conto della volontà dei comuni più coinvolti, per non parlare del passo indietro dell’unione Bassa Sabina con la quale avevamo costituito l’associazione temporanea di scopo. La comunità montana resta convinta della validità del progetto ma è anche rispettosa dei suoi membri; non può essere vista come nemica del territorio o della popolazione. Speriamo che questa scelta sofferta non diventi la bandiera di qualcuno ma sia la spinta per una più approfondita analisi sulla gestione dei rifiuti in Sabina, per evitare di ritrovarci dei veri mostri sotto casa senza nemmeno avere la possibilità di avere un interlocutore pubblico come noi, che abbiamo sempre ascoltato con rispetto i comitati cittadini». È quanto dichiara il presidente Stefano Petrocchi.