In provincia di Rieti sono vuote più di quattro case su dieci

E’ quanto emerge da un’analisi sulle abitazioni di Solo Affitti, rete immobiliare specializzata nella locazione con 340 agenzie (40 in Spagna), che propone di incentivare il mercato locativo valorizzando un patrimonio immobiliare nazionale di oltre 7 milioni di case sfitte
Il Lazio è una delle regioni italiane con meno case vuote (17,62% – contro il 22,5% della media nazionale – per un totale di 488.114 abitazioni non occupate), ma Rieti è tra le prime 10 province in Italia per concentrazione di immobili disabitati. È quanto emerge da un’analisi* di Solo Affitti, rete immobiliare specializzata nella locazione con 340 agenzie (40 in Spagna), che propone di sostenere il mercato locativo valorizzando le abitazione vuote.
In provincia di Rieti sono vuote più di quattro case su dieci (42,41% – 8° posto nazionale e 1° posto regionale con 48.531 immobili non occupati). Molti meno gli immobili vuoti nelle altre province della regione: 26,87% del totale a Latina (2° posto regionale con 76.750 case non occupate), 26,51% a Frosinone (3° posto con 68.658 immobili vuoti) e 23,40% a Viterbo (4° posto con 40.077 alloggi non occupati). Scende notevolmente al di sotto della media nazionale la concentrazione di case vuote in provincia di Roma (13,10% – ultimo posto regionale ma con 254.098 immobili vuoti).
A livello nazionale, tra le province con più case sfitte spiccano Olbia-Tempio, dove se ne contano oltre la metà (52,88%, più del doppio della media nazionale, e 71.614 abitazioni), Aosta (2° posto con il 50%) e Sondrio (3° posto con il 49,7%). Ci si avvicina, invece, alla piena occupazione in piazze popolose come Firenze (terzultima in Italia con il 10,1%), Monza-Brianza (penultima con il 9,5%) e Milano (ultima con il 6,1% e 87.613 case vuote).
“Facciamo in modo che – commenta Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – questo grande patrimonio immobiliare a disposizione in Italia possa soddisfare il fabbisogno abitativo e faccia rivivere i piccoli e medi centri storici del nostro Paese. Occorre un progetto governativo chiaro sulla casa e sulle locazioni attraverso agevolazioni fiscali per proprietari e inquilini, come avviene in tanti altri Paesi europei. Un buon passo in questa direzione è la tassazione fissa al 21% della cedolare secca per i contratti a canone libero e al 10% per i contratti a canone concordato. Occorre, tuttavia, far conoscere di più queste agevolazioni e spingere le amministrazioni comunali a convocare le associazioni di proprietari e inquilini per rinnovare gli accordi sui canoni di locazione. A Milano e Napoli i prezzi degli affitti sono stati aggiornati dopo 10-15 anni e i contratti agevolati faticano a decollare, anche perché i canoni concordati su alcune aree si discostano troppo dai prezzi di mercato, e i benefici per locatari e locatori tardano ad arrivare”.
Tra le grandi città Roma è solo al 16° posto con appena una casa vuota su dieci (9,41% e 118.531 immobili non occupati). Le regioni con più comuni ad alta concentrazione di case disabitate sono l’Emilia Romagna, la Sicilia e la Puglia. Ravenna è al primo posto (28,37% per 27.118 immobili vuoti) e precede di poco Reggio Calabria (2° posto, 27,3% e 26.214 immobili). In Emilia Romagna spiccano anche Modena (4° posto con il 17.9%) e Parma (8° posto con il 14,3%) mentre in Sicilia Catania (3° posto, 19,7% e 28.567 case vuote), Messina (5° posto con il 15,8%) e Palermo (7° posto, 14,3% e 40.946 abitazioni non occupate). Fra le prime dieci città ci sono anche Brescia (6° posto con il 14,7%) e le pugliesi Taranto (9° posto con il 13,6%) e Bari (10° posto con il 12,9%). Il livello massimo di occupazione degli immobili si raggiunge invece nei centri metropolitani come Milano (terzultima con il 5,8% e 37.073 case), Napoli (penultima con il 3,9%) e Firenze (ultima con il 3%).
La concentrazione maggiore di case non occupate (oltre 7 milioni e 38 mila in Italia) si registra in regioni del Sud come Calabria (2° posto nazionalecon il 38,7% e 481.741 case), Molise (3° con il 36,9% e 73.524 case) e Abruzzo (4° con il 32,7% e 250.038) per effetto dell’emigrazione. Il trend è sviluppato soprattutto in Valle d’Aosta (1° posto in Italia con il 50% per 58.731 immobili) e Trentino Alto Adige (9° con il 27,2% e 156.771) dove abbondano le case di villeggiatura.