IMPERATORI PDL: L'IMMIGRAZIONE E I ROM UN PROBLEMA ANCHE PER RIETI

Controllo immigrati

I problemi legati all’immigrazione clandestina, oggetto sempre più frequentemente delle cronache cittadine e provinciali e della delocalizzazione dei campi rom da Roma, ci interessano sempre più da vicino.

Al Consiglio Europeo, il Presidente del Consiglio Berlusconi è riuscito a scuotere l’Europa sull’immigrazione, finalmente tutti gli Stati membri dell’Unione si sono dovuti rendere conto che Berlusconi aveva ragione a volere che il tema dell’immigrazione illegale fosse in cima alle preoccupazioni dei leader.

Lo stesso vale per i rom, formalmente cittadini romeni che trasmigrano e vanno ad abitare campi nomadi spesso in condizioni inaccettabili dal punto di vista dei diritti umani e della dignità di vita. Una vergogna che quasi mai è colpa degli Stati che li ospitano, piuttosto di una cultura che a priori rifiuta l’integrazione. I diritti non sono mai univoci. Si scontrano con i doveri ed è giusto che sia così. L’equilibrio dei diritti e dei doveri è il sale della concezione liberale.

L’Italia non accetta, proprio in ragione dello spirito umanitario che tradizionalmente ne contraddistingue la cultura, l’idea che i boat-people, le masse di disperati in fuga dalla miseria africana, vengano sfruttati da organizzazioni criminali e lanciati allo sbaraglio verso coste straniere in una lotta per la vita che li porta spesso a perderla. Per annegamento o per gli stenti. Per anni Berlusconi e l’Italia sono stati accusati dalla sinistra e da certi “media” di sviluppare politiche troppo rigorose sull’immigrazione, per esempio con i respingimenti in mare.

La realtà è ben diversa da quella che ci viene rappresentata da alcune testate giornalistiche. Accordi bilaterali con Paesi come l’Albania e la Libia costituiscono un modello di diplomazia finalizzata al contrasto del crimine e dell’immigrazione illegale. Un modello per tutta l’Europa.
L’ipocrisia e il ritardo con i quali le sollecitazioni italiane sono state accolte nella Ue si rivelano oggi molto miopi.

La Spagna ha la mano molto più dura di noi nei confronti dei clandestini (ed è la Spagna di Zapatero!).
La Francia ha preso la posizione che conosciamo e che la Commissione Europea ha criticato nei modi che sappiamo.
La Germania ha approvato una disciplina sempre più stringente dell’immigrazione (anche legale) che passa attraverso gli esami di lingua e la precedenza per legge dei tedeschi sugli immigrati nei posti di lavoro.

Tre cittadini europei su quattro chiedono espressamente ai governi di farsi carico di una situazione esplosiva. Chiudere gli occhi o assumere posizioni pubbliche urticanti ed ipocrite servono soltanto a ritardare la soluzione del problema e ad accrescere il pericolo (quello sì) di un ritorno del razzismo.