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domenica 14 Settembre 2025
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Immigrazione clandestina, tre reatini denunciati per favoreggiamento

Il personale della Squadra Mobile della Questura di Rieti ha  denunciato in stato di libertà i reatini G.M. del 1969, la moglie L.A., del 1965 e la figlia G.A., del 1995, resisi responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L’indagine conclusa dalla Squadra Mobile reatina è partita nel settembre del 2014, quando, in un esercizio commerciale di un centro commerciale, è stato perpetrato un furto di oltre 1000 Euro, incasso giornaliero di un negozio di abbigliamento. Gli investigatori, nella circostanza, hanno immediatamente raccolto elementi di prova che accusavano una donna reatina, identificata per L.A., di 50 anni.
Durante l’indagine, tuttavia, gli Agenti hanno scoperto particolari inquietanti circa le relazioni familiari della donna che, sposata con G.M., ma, di fatto, separata, aveva una relazione sentimentale con un cittadino egiziano E.M., del 1986, che, invece, era sposato con la figlia G.A., di soli venti anni.
Gli investigatori hanno così indagato anche su tale situazione, ricostruendo interamente la vicenda delittuosa.
La donna, infatti, innamorata dello straniero che era stato espulso dal territorio nazionale, ha dapprima tentato di fermare la procedura amministrativa dell’espulsione contraendo una promessa di matrimonio islamica presso il Centro Islamico di Terni e poi, una volta che lo straniero è stato espulso e rinviato in Egitto, ha convinto la propria figlia a sposare lo straniero direttamente presso l’Ambasciata italiana de Il Cairo, per la somma di cinquemila euro e permettendo così allo straniero di riottenere un permesso di soggiorno valido e tornare a Rieti.
Anche il marito della donna, il reatino G.M., ha attivamente partecipato alla vicenda dichiarando che lo straniero conviveva all’interno del proprio appartamento, al fine di agevolare le procedure di rilascio del suo permesso di soggiorno.
Gli Agenti della Squadra Mobile hanno messo alle strette le donne che non hanno potuto far altro che ammettere le proprie responsabilità, mentre l’uomo, negando fino all’ultimo ogni addebito, ha più volte ingiuriato nei confronti degli investigatori per il solo fatto di aver sospettato di lui.
Pertanto, L.A. è stata denunciata in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria per rispondere, non solo del reato di furto, ma anche del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in concorso con la figlia G.A. e con il marito G.M. che dovrà anche rispondere delle ingiurie mosse nei confronti dei Pubblici Ufficiali.

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