Di seguito la lettera che il vescovo di Rieti, monsignor Vito Piccinonna, ha scritto ai turisti:
“Carissimi pellegrini e turisti,
a nome mio e di tutta la Chiesa reatina desidero rivolgervi un caloroso e sincero benvenuto. Siete giunti in una terra antica e accogliente, che nel cuore d’Italia custodisce una natura generosa e una spiritualità viva e profonda. La Valle Santa reatina è un luogo speciale. Speciale è anche quest’anno sia per il Giubileo della Speranza che per l’Vlll Centenario del Cantico delle Creature: una preghiera semplice che, svelando la bellezza più profonda del mondo, aiuta ad avvicinarsi al Creatore con tutte le sue creature. È un invito a lasciarsi abbracciare dal perdono di Dio e a percorrere strade di riconciliazione e di pace, necessarie oggi per dare futuro a questo mondo. In questi luoghi amati dal Poverello di Assisi ciascuno può vivere un incontro sincero e lasciarsi rigenerare nel cuore e nello spirito.
Vi invito a lasciarvi catturare dal ritmo calmo del paesaggio, a gustare la bellezza che sgorga in ogni pietra e in ogni affresco come fa l’acqua dalle nostre sorgenti. Siate a vostro agio: la nostra misura è la piccolezza. Sia nella città di Rieti che nei tanti paesi arroccati sui colli, troverete vive testimonianze di fede e persone autentiche. Spero possiate trovare la serenità e la pace e anche il riposo che desiderate. Provate a fare vostri lo stupore e la gratitudine di Francesco, che cantava la presenza di Dio nell’universo e nel cuore di ciascuno: scoprirete una gioia semplice e audace.
Il nostro desiderio è accogliervi a braccia aperte e condividere con voi tutto il buono di questa terra. Anche se non ci incontreremo di persona, l’augurio sincero è che il vostro soggiorno diventi un piccolo pellegrinaggio del cuore, capace di far germogliare pensieri nuovi e di accendere passi più leggeri sulla strada della vita. Vi saluto con la speranza di condividere insieme un tratto di strada, testimoni di una nuova e più profonda fraternità. Vi benedico e prego perché i giorni che trascorrerete qui diventino un canto, il vostro personale canto di lode”.
Vito Piccinonna